domenica 26 agosto 2012

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  Santi di oggi

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore


Riflessione

“La liturgia di oggi propone chiaramente a noi la costanza, una perseveranza che possiamo imparare dall' esempio di San Pietro”(don Luigi Ginami) il messaggio della liturgia di questa domenica è un invito alla fedeltà. Fedeltà nei rapporti uomo-Dio e uomo-uomo è un elemento fondamentale della fede cristiana ed è un frutto della decisione. La decisione è un frutto dell'amore, che il battezzato è chiamato a rinnovare di giorno in giorno. La fedeltà alla parola e alla seguirla di Dio a noi richiesta oggi è una decisione radicale da cui non si deve ritirare indietro: “nessuno che mette mano all' aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di dio”(Lc 9,62).
Dopo avere passato il Giordano, Giosuè propone agli Israeliti una scelta consapevole tra il servizio di Dio e quello degli idoli. La scelta di Dio è motivato da quanto egli ha operato nella terra dell' Egitto e nel deserto per la salvezza del suo popolo. Giosuè ci chiede oggi la costanza e fedeltà rinnovata nella nostra scelta di servire Dio: “sceglietevi oggi chi servire... quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore”. Chi scegli di servire?
Nel brano evangelico vediamo non i pagani, non i capi religiosi ma i suoi discepoli che lo abbandonarono. Erano scandalizzati dopo averlo ascoltato e dicevano “questa parola è dura”. Erano scandalizzati perché Gesù diceva loro “se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”, “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell' ultimo giorno”. Per questo molti dei suoi discepoli si sono ritirati indietro e non andavano più con Lui. E Simone Pietro alla domanda di Gesù ai Dodici rispose “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che ti sei il Santo di Dio”. I Dodici sono rimasti fedeli a Gesù, “non basta oggi una fedeltà formale, puramente tradizionale e convenzionale, una fedeltà forse sostenuta dal proprio gusto o dall' altrui opinione; occorre una fedeltà convinta, forte, coraggiosa, intrepida.”( Paolo VI, Udienza 15/04/1964) come i discepolo che “non andavano più con Lui,” la chiamata alla fede non garantisce la fedeltà né la frequenza della santa messa domenicale l'unico segno della nostra fedeltà a Gesù. La fedeltà richiede la fede e la fede viene dalla parola di Gesù.
  

venerdì 24 agosto 2012

SOLENNITA' DEI SANTI PATRONI SAN BARTOLOMEO E SANTA CALIPODIA


Ecco d’avvero un’israelita dove non c’è falsità.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  Santi di oggi

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore



Riflessione
                                                                                      
L’affresco del giudizio finale della cappella Sistina, il capo lavoro di Michelangelo raffigura il nostro Santo Patrono l'apostolo S. Bartolomeo mostrando il caro prezzo che ha pagato a causa della sua fede: “sua pelle come un mantello dimesso che gli pende  dalle mani”. Un'occhiata alla statua del santo martire nella nostra chiesa è più eloquente delle parole, egli tiene nelle mani un coltello e la sua pelle il prezzo che ha pagato per l'accettazione e la professione di fede in Gesù. Non sono cattiverie umane l'odio e l'uccisione degli innocenti?  Gesù aveva già preannunciato la persecuzione dei credenti: “se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia... se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; ...ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome” (Gv. 15,18-26) “ Sarete odiati da tutti a causa del mio nome . Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. .. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo...abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di fa perire nella Geenna l'anima  e corpo”(Mt 10,17-42).
Queste sono le parole del Maestro che ci averti nei termini ben che vivere da cristiano è un buon combattimento. Gesù nel Suo discorso missionario non ci ha promesso una bella vita nel corridori dei poteri né la ricchezza del mondo. Invece disse a noi “beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia . Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12)
 Il vero nome dell'apostolo è Natanaele e fu tra i primi chiamati dal Signore (Mt 10,1-5) secondo l'elenco dei nomi degli apostolo e morì  scorticato vivo là dove aveva evangelizzato in India o Armenia secondo le tradizioni.  Nato a Cana di Galilea nel primo secolo. La sua chiamata era venuto in un modo tutto particolare: era venuto da Cristo grazie alla testimonianza del suo amico Filippo che lo disse “abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti, Gesù Figlio di Giuseppe di Nazareth". Egli rispose all'amico, “da Nazareth può mai venire qualcosa di buono” e Filippo rispose “vieni e vedi” Al vedere Gesù l'apostolo ha fatto una delle professioni più grande della fede Cristiana, “tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d'Israele”. Dopo la resurrezione di Gesù il Santo Martire Bartolomeo ha fatto missione in India, Armenia ecc. c'è una legenda che racconta che aveva il dono di guarire i malati e gli ossessi.  Ed è il patrono dei macellai, dei calzolai, dei sarti, invocato contro le convulsioni dei fanciulli e le malattie nervose. S. Bartolomeo è il santo protettore di Canale Monterano (Rm) e le malattie della pelle. Perché fu scorticato vivo, ha la reputazione di Santo guaritore delle malattie che riguardano la pelle.
 Della S. Calepodia si sa che era una vergine martire. La statua della S. Calepodia mette in evidenza che ha dato la sua vita in testimonianza della buona notizia. Forse la nostra S. Patrona è tra i primi martiri cristiani? Ha in mano ramo di palma! Segno di vittoria in Cristo. Nel libro degli Apocalisse nel settimo capitolo è descritto il trionfo degli eletti in cielo, “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua...in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani” Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti , rendendole candide, nel sangue dell'Agnello”. La S. Calepodia fa parte di questo coro immenso degli adoratori di Dio nella nostra patria celeste.
Il martire nel senso originario è un testimone del vangelo. I Martiri sono quei fedeli che per diffondere la buona notizia del regno di Dio hanno perseverato fino a versare con amore e coraggio l'ultime gocce di loro sangue come sacrificio e testimonianza sull'esempio di Gesù. Nel senso più significativo e profondo della parola 'martire' siamo tutti chiamati al martirio.
Il martirio non è sempre di sangue. Tanti credenti sono martirizzati in famiglia, nel luogo di lavoro, nella società, si può essere martirizzato anche in parrocchia.
Si parla di vari tipi del martirio:
1)            Martirio bianco, che consiste nell'abbandono di tutto ciò che amiamo per l'amore che nutriamo per Dio.
2)           Martirio verde consiste nel liberarsi con l'aiuto di digiuno e l'impegno dai propri desideri cattivi.
3)           Martirio rosso che è sopportare la croce o la morte a causa di Cristo. Qui ci vuole il coraggio di fede e questo è un vero battesimo! Il sangue dei martiri è il seme della fede.

domenica 19 agosto 2012

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La mia carne è vero cibo e il sangue vera bevanda

+ Dal Vangelo secondo Giovanni    Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore

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In natura, non ci può essere vita senza nutrimento. Il cibo, di origine vegetale o animale, di cui ci nutriamo, è stato vivente prima di essere consumato per mantenere in vita un altro essere, cioè noi.
Oggi, nel brano del Vangelo secondo Giovanni, Gesù affronta questo dato di fatto essenziale della nostra condizione umana, rovesciandone l’ambito di applicazione: noi dobbiamo nutrirci di lui stesso, della sua carne e del suo sangue, se vogliamo cominciare a conoscere la pienezza della vita. Mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue, noi ci nutriamo come non si potrebbe fare nell’ambito fisico.
Noi viviamo così per sempre: il cibo è diverso, così come diversa è la vita che esso ci dà. Questo nuovo tipo di cibo ha, sul credente, un effetto immediato (“ha la vita eterna”) ed è, nello stesso tempo, una promessa per il futuro (“e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”).
Quando ci nutriamo del cibo naturale, siamo integrati nel ciclo biologico; per mezzo della trasformazione delle leggi biologiche, invece, riceviamo la vita divina, siamo introdotti nella vita stessa di Dio. Come ciò che mangiamo e beviamo, assimilato, diventa parte di noi, così, ricevendo nel sacramento la carne e il sangue di Cristo, veniamo “incorporati” in lui.



mercoledì 15 agosto 2012

SAN BARTOLOMEO E SANTA CALEPODIA

PROGRAMMA DELLA SETTIMANA DEI FESTEGGIAMENTI

IN ONORE DEI SANTI PATRONI



19 AGOSTO

ORE 18.00 S. MESSA CON BENEDIZIONE DEL PALIO
CON LA PRESENZA DELL’ASS. PRO LOCO E LE CONTRADE.

20-21-22 TRIDUO

ORE 8.00 LODI MATTUTINE E PREGHIERA DEL SANTO.
ORE 17.30 RECITA DEL SANTO ROSARIO E LITANIE A SAN BARTOLOMEO.
ORE 18.00 SANTA MESSA E VESPRI.

21 AGOSTO

DALLE ORE 21.00 ALLE ORE 24 ESPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO, ADORAZIONE COMUNITARIA.

22 AGOSTO

CULTO PARTICOLARE ALL’APOSTOLO BARTOLOMEO,
BENEDIZIONE DEI PICCOLI DAI PIU’ O MENO GRAVI INCIDENTI DELL’INFANZIA.

23 AGOSTO

ORE 21.00 SOLENNE PROCESSIONE CON I SIMULACRI DEI SANTI,
CON LA PRESENZA DÌ MONS. ROMANO ROSSI, 
L’ASS. PRO LOCO E  LE CONTRADE.

24 AGOSTO

SOLENNITA’ DEI NOSTRI SANTI PATRONI
BARTOLOMEO E CALEPODIA
CELEBRAZIONE EUCARISTICA

ORE 8.00/11.00/18.00

25 AGOSTO

ORE 18.00 S. MESSA

26 AGOSTO

                 ORE 8.00 – 11.00 S. MESSA               

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.


+ Dal Vangelo secondo Luca  

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore

Riflessione

La liturgia di oggi ci invita a contemplare il mistero del corpo di Maria consacrato dalla sua divina maternità. Nella solennità dell'Assunzione in cielo di Maria la Nuova Eva, la chiesa celebra la nascita in cielo di Maria. Questa celebrazione di oggi ci offre l'occasione di contemplare il destino ultimo dell'uomo secondo il progetto divino: il paradiso celeste. Maria per il singolare privilegio e grazia ha dato il corpo al Figlio Suo Gesù il cui corpo non ha conosciuto la decomposizione per questo Maria la 'Nuova Arca' piena di grazia perché è il Tabernacolo di Gesù non potesse conoscere la corruzione. Questa è l'Assunzione, che Dio l'ha portata con se in cielo in corpo e anima. La Vergine Santa quindi ha avuto in anticipo la beata speranza riservato a tutti figli di Dio alla fine dei tempi nella resurrezione dei corpi. Il destino finale di Maria è motivo di tanta gioia e speranza per noi tutti ed è un mistero dell' amore Divino per l'umanità decaduta nell'errore del peccato e della morte.

Il vecchio messalino festivo regalatami da un anziano parlando dell' Assunzione della B.V. Maria spiega che “per Lei la morta è stata un atto di amore, una serena 'dormita', un dolce passaggio al perfetto possesso di Dio … il suo Corpo immacolato vien fatto subito partecipe della gloria dello spirito con il privilegio di anticipata resurrezione. In Lei il trionfo su satana è completa e definitivo, in Lei è benedetto tutto il popolo cristiano”.

Il  dogma dell'Assunzione definita da papa Pio XII nel 1950 è l'ultimo dogma mariano proclamato dalla Chiesa, questo non vuol dire che è una verità di fede scoperta nel nostro tempo come pensano e dicono gli eretici. La fede in questa verità rivelata appartiene alla fede, all'esperienza e alla coscienza della Chiesa .

domenica 12 agosto 2012

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Io sono il Pane vivo, disceso dal Cielo

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  Santi di oggi

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: « Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore


Riflessione
Possiamo intitolare l'omelia di questa domenica come:
"Pane della forza e della vittoria".  L'evangelo di oggi è la continuazione del grande discorso di Gesù sull'eucaristia, in cui Egli afferma la sua divinità pronunciando queste parole, 'io sono il pane disceso dal cielo'. Questo sesto capitolo del vangelo di Giovanni detto capitolo della promessa di vita eterna perché contiene la grande promessa di vita eterna “chi crede ha la vita eterna”, “questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia". ... "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Come i suoi discepoli che dubitarono e mormorano c'è chi anche si dice cattolico perché pensa nei termini materiali rifiutano di mangiare Gesù Eucaristico. Queste sono dure parole risposero i Giudei a Gesù, quando spiegò loro la sua divinità e potenza della sua presenza nel pane eucaristico che sconfigge la morte. Qualcuno scrisse “ ci sembrano forse dure parole, difficili per la nostra mentalità abituata a verificare tutto con i sensi, con gli apparecchi, … eppure Gesù non cambia una virgola, ma piuttosto rafforza le sue affermazioni” anche quando lo abbandonarono alcuni dei suoi seguaci. Che cosa significa questa fermezza di Gesù? Vuol dire che la verità è Una ed è Lui. La verità della fede cristiana  si deve dire perché è la parola di vita. Pietro a nome degli apostoli e degli uomini con gli occhi di fede grida “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”(Gv. 6,68)

Madre Teresa di Calcutta scrive: la Santa Mesa è il cibo spirituale che mi sostiene e senza il quale non potrei vivere un solo giorno della mia vita; nella Santa Messa abbiamo Gesù sotto le apparenze del pane, mentre nei bassifondi delle città vediamo Gesù e lo tocchiamo nei corpi sofferenti della gente e nei bambini abbandonati. Ma è sempre lo stesso Gesù. Madre Teresa diceva anche “non potrei vivere senza l'Eucaristia: è l'Eucaristia che mi riempie di amore e mi dà la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe”.

Madre Teresa ha capito bene l'invito di S. Paolo “Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi ... Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità”.L'Eucaristia è comunione col corpo e sangue di Cristo, è anche comunione tra di noi. Comunione di amore! Il Cardinale Angelo Comastri afferma che “l'Eucaristia ha questo scopo: renderci un solo popolo nelle cui vene spirituali circola l'amore di Dio”.“ In ogni Eucaristia noi entriamo in comunione con i gesto salvifico della croce, che è gesto di amore supremo , per diventare di più un popolo che ama con lo stesso amore di Cristo”. Allora perché chiede il Cardinale l'Eucaristia non produce in noi gli stessi effetti( che ha prodotto nei santi)? Il motivo è semplice: noi ci difendiamo dall'Eucaristia; noi la ostacoliamo; noi alziamo muri di incredulità e di indifferenza, affinché l'Eucaristia non ci trasformi la vita.

domenica 5 agosto 2012

XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Gv 6,24 - 35

Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni   Santi di oggi


In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore

Riflessione
La liturgia della parola odierna, come quella di domenica scorsa, è l'introduzione al grande discorso di Gesù sul pane vivo. Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani Gesù passa dal parlare del pane materiale al pane spirituale. E il messaggio di questa domenica è un invito a cercare la presenza di Gesù nello spezzare del pane. Il miracolo della prima lettura dove Dio ha dato al suo popolo manna (pane del cielo) ci dimostra che Dio ha al cuore il bisogno più elementare dell'uomo. Il popolo di Dio mormorò contro i due rappresentanti di Dio: Mosè e Aronne, quindi contro Dio che li ha mandati. Manifestarono la loro preferenza della schiavitù e sofferenza nelle mani degli egiziani nella terra d'Egitto, anche noi quante volte abbiamo preferito non la libertà ma la schiavitù della disobbedienza e del peccato. E come gli Ebrei nel deserto chiudono gli occhi ai benefici di Dio. Questo popolo si è dimenticato quasi subito la potenza liberatrice della mano di Dio che nella terra straniera che li ha reso liberi, si sono scordati il duro lavoro manuale che facevano obbligati dall'oppressore e gridarono: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà"! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine”. E Dio nel suo amore ha dato loro pane in cibo la mattina e la sera, quindi senza fatica mangiarono a sazietà. Questo pane del cielo prefigura il pane Eucaristico!

Nel brano evangelico la folla chiede Gesù in segno facendo riferimento ai loro padri che hanno mangiato la manna nel deserto e Gesù li spiega che è stato non Mosè ma il Padre celeste a dare la manna ai loro padri e disse loro <<il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo>>. Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».Gesù qui inizia la sua catechesi sull'Eucaristia dicendo “io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Si vedrà dopo che anche qui mormorano contro Gesù e che questa sua catechesi soprannominato la promessa della vita eterna per il fatto che Egli ha detto “chi mangia la mia carne non morirà...” la costò la perdita dei suoi seguaci. Hanno presso troppo a leggero gli insegnamenti di Gesù sul pane vivo. La folla pensa solo nei termini materiale: cosa mangiare, cosa bere. “Non solo di pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”(Mt 4,4) Quanti perchè vanno a mangiare da gli amici o al ristorante non trovano tempo per la santa messa e no si danno da fare per il cibo che non perisca: la santissima eucaristia. “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.”