
Pagina Ufficiale delle Parrocchie del Comune di Canale Monterano: - Santa Maria Assunta in Cielo (Canale Monterano) - Sant'Egidio (Montevirginio) Parroco P. Jaime Giacomo Nieto Ibarra 3408933012 (anche whatsapp) PUOI SEGUIRCI ANCHE SU FACEBOOK: - Parrocchia Canale Monterano (https://www.facebook.com/ParrocchiaCanaleM) - Parrocchia Montevirginio (https://www.facebook.com/s.egidiomontevirginio)
domenica 10 agosto 2014
domenica 6 luglio 2014
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Io sono mite e umile di cuore
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
sabato 28 giugno 2014
lunedì 16 giugno 2014
AVVISI
1./ Si ricorda che sono in corso le iscrizioni al
Grest
(Campo scuola estivo) che
si terrà alla Polisportiva di
Montevirginio da lunedì 07 a sabato
19 luglio 2014 dalle ore 10.00 alle
ore 16.00.
*
La quota settimanale di partecipazione, pranzo compreso, è di €
45,00 sia € 7.50 al giorno.
* Abbiamo bisogno della disponibilità dei volontari per darci una
mano per i diversi servizi.
2./ Dopo questa domenica 14 giugno 2014 viene sospesa la santa Messa delle 10.00 celebrata per i ragazzi
del Catechismo e i loro genitori. E dopo la pausa estiva saranno riorganizzati
gli orari delle celebrazioni domenicali e festive.
3./ Sabato prossimo giorno 21 del
mese di giugno alle ore 18.30 venti ragazzi della nostra Parrocchia e un
adulto riceveranno il sacramento della Cresima durante la celebrazione
eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Romano Rossi. Siamo tutti invitati.
Alcune
raccomandazioni per aiutarci a vivere con devozione l'evento:
*
Vestirsi in modo degno di un luogo di culto sia per i ragazzi che per tutta l'Assemblea.
*
È autorizzato un solo operatore per le fotografie della cerimonia per tutti i
ragazzi. I genitori sanno come fare per recuperare le fotografie nei giorni
seguenti la celebrazione.
5./ Domenica prossima, giorno 22 del
mese di Giugno, celebreremo la solennità del Santissimo Sacramento del
Corpo e sangue (chiamato pure "Corpus
Domini" in latino). Dopo la santa Messa delle ore 18.00 faremo la tradizionale processione col Santissimo
attraverso le vie del Paese. Siamo tutti invitati.
Buona domenica a tutti.
martedì 10 giugno 2014
AVVISI
AVVISI
1./ Si ricorda che sono già iniziate le
iscrizioni al Grest (Campo scuola estivo) che si terrà alla
Polisportiva di Montevirginio da lunedì 07 a sabato 19 luglio 2014 dalle ore
10.00 alle ore 16.00.
* La quota settimanale di
partecipazione, pranzo compreso, è di € 45,00 sia € 7.50 al giorno.
* Abbiamo bisogno della
disponibilità dei volontari per darci una mano per i diversi servizi.
2./
Domenica 15 giugno 2014 si celebrerà l'ultima santa Messa delle ore 10.00 per
quest'anno pastorale 2013/2014. E dopo la pausa estiva saranno riorganizzati
gli orari delle celebrazioni domenicali e festive.
3./
Ricordiamo che continua la raccolta delle offerte per pagare piano piano il
debito del nuovo Amplificatore che fin'ora funziona alla soddisfazione di
tutti.
5./
Vi invitiamo a consultare spesso il nostro Blog (Sito
internet) ufficiale della Parrocchia: www.parrocchiacanale.blogspot.it e
la nostra pagina Facebook ufficiale della Parrocchia: Coro Parrocchiale Canale Monterano.
Vi troverete il riassunto dell'Omelia domenicale e festiva di don Andrea
Muamba; gli Avvisi della Parrocchia e tante altre informazioni riguardante la
vita della Parrocchia...
Buona domenica a tutti.
Don
Andrea Muamba
SOLENNITÀ DI PENTECOSTE
Come il Padre ha mandato me anch’ io mando voi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore
OMELIA
Carissimi fratelli e
sorelle,
Celebriamo oggi la grande solennità di Pentecoste, la
discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli di Gesù, evento fondatore del camino
della chiesa come comunità dei credenti.
Infatti è in questo giorno di Pentecoste che i discepoli
di Gesù, superando ogni paura e vergogna grazie alla forza e la potenza dello
Spirito di Dio, hanno cominciato a proclamare con coraggio la Buona novella
della vittoria del Nostro Signore sul Peccato e sull'incubo della morte. Questo
vuole dire per noi che essere cristiani oggi, cioè avere lo Spirito Santo
significa essere capace di superare ogni paura e ogni vergogna per vivere con
coraggio e con gioia la nostra Fede cristiana.
Da questo evento di Pentecoste si può trarre alcuni
messaggi importanti che possono aiutare la crescita della nostra Fede:
1./ Come un rombo di vento,
lo Spirito di Dio discende sugli Apostolo proprio il giorno che erano tutti
insieme a casa e non quando qualcuno era assente. E quando arriva lo Spirito di
Dio si manifesta "come" lingue di fuoco sul capo di ciascuno dei
discepoli. Detto in altre parole, Dio a mandato il Suo Spirito alla comunità
ecclesiale che hanno rappresentato i discepoli riuniti nella stanza e a
ciascuno di noi il Signore a dato i doni per contribuire all'edificazione della
sua chiesa sentita come comunità dei credenti in cammino e non come una
proprietà privata di qualcuno. Per prova da nessuna parte le sacre scritture
dicono c'era una lingua di fuoco più grande su uno discepolo e uno più piccolo
su un'altro. Erano tutti uguali. Dunque
ciascuno di noi deve sentirsi utile per la chiesa e per la comunità
parrocchiale. Ciò che ti senti di fare nel nome di Dio devi farlo con amore; si
deve camminare con il cuore e non con gli orecchi...
2./ I segni che possono fare
vedere al mondo che abita in noi lo Spirito Santo sono descritti nello scenario
stesso di Pentecoste:
* Lo Spirito di Dio quando arriva si fa sentire come un
vento forte e si manifesta come lingue di fuoco sul capo di ciascuno dei
discepoli. La caratteristica principale del vento è la sua capacità di
penetrare dappertutto anche se il luogo è super blindato. Questo vuole dire che
un(a) cristiano(a) abitato dallo Spirito di Dio è colui che è capace di fare
del bene senza guardare in faccia la persona per vedere se gli piace o no.
* Per altro il fuoco ha come caratteristica principale di
bruciare. Ma cosa brucia lo Spirito di Dio in questo contesto? Lo Spirito di
Dio brucia tutto ciò che divide gli uomini e li allontana gli uni dagli altri,
cioè: la gelosia, la paura, la vergogna, la
differenza delle lingue e delle culture per parlare una sola lingua
dell'amore di Dio e del prossimo, la differenza di carattere, l'orgoglio,
ecc...
3./ È per questo che il
Signore Gesù nel Vangelo di oggi donando ai discepoli il potere di perdonare i
peccati nel suo nome ci invita all'umiltà per riconoscere i propri limiti e
aprirsi alla grazia del perdono tramite il sacramento della
Riconciliazione(chiamato anche confessione) quando ci capita di sbagliare ed
essere così artigiani di Pace che Lui ha augurato ai suoi discepoli
all'occasione della prima sua manifestazione la sera del giorno della
Resurrezione, e oggi il Signore augura la stessa pace alla sua chiesa sentita
come comunità dei credenti in camino e la pace a ciascuno come artigiani di
questo dono della pace.
Preghiamo chiedendo al Signore di risvegliare, ogni
tanto, in noi il dono prezioso del suo Spirito per essere capaci anche noi di
superare la paura e la vergogna di vivere e di testimoniare la nostra Fede
cristiana in ogni ambito e circostanza della vita.
Sia
lodato Gesù Cristo.
lunedì 2 giugno 2014
AVVISI
1. Venerdì prossimo, primo venerdì del mese di
giugno dalle ore 10 alle ore 12 circa, don Andrea porterà la Santa Comunione
con la possibilità di confessione ai malati e persone anziane che lo desiderano.
Chiediamo il contributo di tutti per informarci: Nome, indirizzo, numero di
telefono del malato.
2.
Nel pomeriggio dello stesso venerdì alle ore 17.00 in chiesa ci sarà
l'esposizione del Santissimo Sacramento per l'Adorazione, il santo Rosario e la
benedizione eucaristica. Alle 18.00 inizierà la santa Messa. Siamo tutti invitati.
3.
Per l'organizzazione del campo scuola estivo (Grest) nel Mese di Luglio alla
Polisportiva di Montevirginio, dopo gli accordi con l'Assicurazione, la quota
settimanale di partecipazione è stata fissata a
€ 45,00 a testa nella media
di € 7,50 al giorno pranzo compreso.
Le iscrizioni iniziano martedì 02 fino a lunedì 30 giugno 2014 tutti i
giorni in sacrestia e domenica pomeriggio dalle ore 18 in poi nella sala giochi
sotto la sacrestia della chiesa.
4.
Giovedì scorso la nostra diocesi ha organizzato una riunione del comitato
diocesano che si occupa della sensibilizzazione per il sostegno economico alla
chiesa cattolica che si fa tramite la destinazione dell'8 per mille e di 5 per mille all'IRPF. In breve è stato
chiesto a ognuno di noi di fare di tutto per firmare la destinazione di questa
tassa. Perché il non firmare non significa che non hai destinazione a nessuna
confessione religiosa per esempio, ma significa che hai regalato a qualcuno che
non conosce e che forse se lo conoscevi non potevi farlo. Detto in altre
parole, il meccanismo funziona così: ogni anno lo stato sblocca la somma delle
tasse a destinare diverse enti, se uno non firma i suoi soldi non tornano nella
cassa dello stato, ma vanno ripartiti tra le diverse confessioni. In più hanno
spiegato a cosa vengono utilizzati questi soldi: Una parte per dare un
contributo-sostegno ai sacerdoti; una parte per le opere di carità e una parte
per finanziare i progetti nei sociali nel mondo. Dunque si deve assolutamente firmare. Perché anche
rifiutando di fare lo fai per una destinazione sconosciuta. Sul nostro sito
internet della Parrocchia troverete uno volantino con tutte le spiegazioni.
5.
Informiamo i genitori dei Bambini e ragazzi che fanno il primo anno di
preparazione alla prima comunione e il primo anno di preparazione alla cresima
che a settembre devranno rinnovare l'iscrizione al catechismo per dare la
conferma che i loro Bambini e ragazzi proseguono il cammino di preparazione ai
sacramenti.
Buona domenica a tutti.
domenica 1 giugno 2014
ASCENSIONE DEL SIGNORE
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
Omelia: Ascensione del Signore.
(Domenica 01 Giugno 2014)
"Io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
Carissimi fratelli e sorelle,
Celebriamo oggi
la solennità dell'Ascensione del Nostro Signore Gesù Cristo in cielo. Infatti,
dopo avere compiuto perfettamente la sua missione in questo mondo nonostante
gli alti e bassi anche all'interno del gruppo dei suoi stretti collaboratori,
cioè i discepoli, il Signore è tornato con tutto lo splendore nella casa di suo
Padre.
Da questa
solennità dell'Ascensione del Nostro Signore in Cielo si può ritenere tre
principali messaggi utili per la crescita della nostra Fede cristiana:
1. Il primo messaggio si trova nelle parole di Gesù ai
discepoli al suo arrivo sul luogo di appuntamento in Galilea: "A
me, dice il Signore agli undici, è stato dato il potere in cielo e sulla
terra."(Mt 28,18). Infatti il Potere che Gesù ha ricevuto da Dio
dopo avere compiuto perfettamente la sua missione non è niente altro che la ricompensa
per il lavoro fatto bene. Questo vuole dire per noi che Dio non si dimentica
mai di ogni bene fatto nel suo nome. Detto in altre parole, ogni bene anche un
piccolo segno che facciamo nel nome di Dio per il prossimo, per la nostra
comunità, per la chiesa dobbiamo farlo col tutto il cuore e il Signore
ricompensa sempre sia in questo mondo sia nell'altro.
2. Il secondo messaggio di questa solennità
dell'Ascensione si trova nel fatto che quel giorno è stato la prima volta che
il nostro corpo umano è entrato in cielo, cioè il nostro corpo ha avuto quel
giorno un valore divino. Questo significa che il nostro corpo va rispettato e
curato perché è diventato la dimora di Dio. Il nostro corpo non può mai essere
un oggetto di commercio o di giochi.
3. Il terzo
messaggio e non ultimo di questa solennità perché ce ne sono tanti, ma per oggi
ci limitiamo a questi tre che mi sembrano più importanti per noi, il terzo
messaggio dunque si trova nel scenario stesso dell'Ascensione raccontato nella
prima lettura tratta dagli atti degli Apostoli: quando Gesù sale al cielo ed è
coperto da un nuvole i discepoli rimangono lì a contemplare e ammirare il
scenario e subito interviene Dio Padre tramite i suoi messaggio per dire a loro
di non rimanere a contemplare Gesù che sale al Padre perché tornerà un giorno
nello stesso modo. Ma quel ritorno non sarà più per vivere di nuovo in questo
mondo, ma per prendere e portare con se coloro che meriteranno.
Dunque per
meritare di entrare anche noi nello splendore di Gesù bisogna mettere in
pratica la sua ultima raccomandazione: "Andate dunque e fate dei discepoli
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho detto"(Mt 28,
19-20a). È questa la missione della chiesa di Dio oggi, è questa la
missione di ciascuno di noi.
Essere
missionario oggi non significa più fare le valigie e viaggiare, ma la missione
oggi è diventata più ampia perché consiste di più a, da una parte, riavvicinare
alla pratica della Fede tantissimi cristiani che si sono allontanati per
diversi motivi; e dall'altra parte convincere tante altre persone che nel mondo
non credono ancora in Gesù come l'unico Salvatore.
Dunque essere
cristiani oggi, cioè fare il cammino di fede non significa stare lì a
contemplare, cioè a passare dello ore e ore a gridare pregando Dio lungo la
giornata come facevano ai Tempi di Gesù i Farisei e come fanno oggi quelli
delle sette,ecc... ma essere cristiano o cristiana oggi significa avere il
coraggio e la felicità di presentarsi dovunque e in ogni circostanza della vita
come cristiano/a tramite la nostra testimonianza di vita e non vergognarsi mai
di essere cristiani.
Un impegno
difficile ed esigente ma non impossibile perché il Signore stesso ci rassicura
della sua presenza in ogni buona azione compiuta nel suo nome: "Io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo", dice il Signore.(Mt.
28, 20b).
Vedete quanto è
buono il Signore... E tu?
Sia lodato Gesù
cristo.
DONAZIONE 8 X MILLE
IN QUESTO LINK TROVERETE UN OPUSCOLO DOVE VIENE SPIEGATO COME
VENGONO INVESTITI I SOLDI CHE DONATE ALLA CHIESA CON LA
DONAZIONE DELL'8 X MILLE.
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domenica 25 maggio 2014
VI DOMENICA DI PASQUA
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Parola del Signore
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Parola del Signore
OMELIA
Carissimi fratelli e sorelle,
Proseguiamo
ancora una volta la nostra gioia di Pasqua celebrando oggi la sesta domenica del Tempo pasquale. Gesù continua a
scrivere nei nostri cuori il suo Testamento iniziato domenica scorsa per
convincerci ad essere i veri testimoni della sua Resurrezione e della sua
vittoria sull'incubo della morte e del peccato.
Gesù
s'impegna a convincere ciascuno di noi personalmente della sua resurrezione
perché conosce quanto è duro il cuore umano a convertirsi anche se ci sono
delle prove indiscutibili che chiamiamo facilmente la provvidenza, il miracolo,
l'incredibile, l'inaspettato, ecc.... Non sentiamo spesso dire: "Non me l'aspettavo..."
Come per
rinfrescare la memoria, domenica scorsa nella prima parte del suo Testamento il
Signore Gesù ci ha richiamato ad avere Fede non solo in Dio Padre, ma avere
Fede anche in Lui. Perché da quando Gesù ha vinto la morte e ci ha liberato
dalla schiavitù del Peccato non c'è più una sola preghiere che può arrivare da
Dio Padre senza transitare da Gesù. Lui è oggi l'unico nostro intercessore presso Dio. Solo la preghiera
fatta nel nome del Signore Gesù è gradita a Dio Padre. È dunque nella grandezza
del suo amore infinito e della sua misericordia per noi che il Signore con
affetto dice: "Non sia turbato il
vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me".(Gv 14,
1-2)
Ma la
Fede, come l'ha detto Gesù domenica scorsa, non è solo nell'abbondanza delle parole e nella Retorica dei belli
discorsi; la Fede si esprime e si fa vedere nelle opere buone, nelle opere di
carità verso il prossimo e verso la nostra comunità parrocchiale. È la doppia
dimensione della vera Fede, cioè la Fede proclamata e la Fede vissuta. È solo questa la
Fede che salva...
Nelle
sacre scritture proposte alla nostra meditazione in questa sesta domenica di
Pasqua, Gesù aggiunge un'altra dimensione importante al suo Testamento, cioè
l'invito a rispettare i suoi comandamenti come un modo autentico di manifestare
al mondo la nostra Fede. "Se mi
amate, dice il Signore, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre
ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo
Spirito della Verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo
conosce"(Gv 14, 15-17). Non si può dunque immaginare uno che offende
il suo proprio amico. Non osservare i comandamenti di Gesù è come offenderlo
perché col nostro Battesimo l'abbiamo scelto e accettato liberamente e per
sempre come vero amico.
Ma quante
bestemmie non sentiamo in giro; quante volte non riusciamo a resistere alle
tentazioni; quante volte siamo indifferenti gli uni verso gli altri, ecc... Non
dobbiamo dimenticare che anche Dio si arrabbia e la sua ira è incontenibile
perché il Signore ci dà tutto il tempo per convertirci e sopratutto per evitare
di offendere e crocifiggerlo di nuovo col peccato e soprattutto colle
bestemmie...
Dunque il
richiamo del Signore a rispettare i suoi comandamenti è anche un pressante invito
a rivalorizzare il sacramento della riconciliazione, cioè la confessione.
È uno dei modi più autentici di vivere oggi la nostra Fede cristiana. Vedete
com'è buono il Signore...
Sia lodato
Gesù cristo.
Don Andrea Muamba.
AVVISI
1. Da lunedì 07 a Sabato 19 Luglio prossimo la nostra Parrocchia
organizza il Grest, cioè il Campo scuola estivo presso la Polisportiva di
Montevirginio che il nostro Sindaco, che ringrazio personalmente nel nome della
nostra comunità parrocchiale, ci ha concesso gratuitamente chiedendoci soltanto
di lasciarlo pulito. La quota settimanale di partecipazione vi sarà comunicato
dopo gli accordi coll'Assicurazione. Avremmo bisogno dei volontari per dare una
mano alla cucina e ai diversi servizi. Orario giornaliero: dalle ore 10.00 alle
ore 16.00. Al programma tanti giochi e ogni fine settimana santa Messa alle ore
15.30 insieme ai genitori.
2. Venerdì 06 Giugno 2014, primo venerdì del Mese dalle ore 10 alle ore
12.30 don Andrea farà un giro per portare la santa comunione con la possibilità
di confessarsi ai malati e alle persone anziane che lo desiderano. Se c'è uno
che ha un parente o un amico (a) che lo
desidera può darci il suo nome, l'indirizzo e il numero di telefono.
3. Abbiamo bisogno delle adesioni per formare il gruppo dei Chierichetti.
La condizione avere già fatto la prima comunione.
4. Col gruppo dei ragazzi che faranno la cresima il prossimo mese di Giugno
inizieremo il gruppo giovanile della nostra Parrocchia. L'animatore principale
del gruppo è don Andrea. Se c'è qualcuno che è interessato a darci una mano
sarà una bella cosa. Nel primo momento l'incontro si farà domenica sera dalle
ore 18.00 in poi nella sala giochi sotto la sacristia.
3. Come annunciato Domenica scorsa, il nostro Vescovo verrà qui da noi mercoledì 28 maggio prossimo alle ore 21
per portarci un messaggio di conforto e di speranza per il futuro della nostra
Parrocchia . Sono invitati in modo obbligatorio, come è stato già detto: tutti i catechisti; la Confraternita del SS. Sacramento; i rappresentanti del Coro parrocchiale e
dell'Oratorio; e i parrocchiani disponibili che vogliono, anche loro,
ascoltare il Vescovo. Il programma dell'incontro rimane quello già annunciato.
5. Come già annunciato domenica sera e per tutta la settimana si può rileggere sul Blog(Sito Internet) della
nostra Parrocchia(www.parrocchiacanale.blogspot.it) e
sulla nostra pagina Facebook (Coro Parrocchiale Canale Monterano):
l'Omelia di domenica fatta da don Andrea Muamba; gli Avvisi e tanto altro
riguardante la vita della nostra Parrocchia.
Buona domenica a tutti.
Don Andrea Muamba.
lunedì 19 maggio 2014
PROGRAMMA SANTE CRESIME/AVVISI
Sabato 21 giugno 2014 Ore
18.30
Programma di preparazione:
I.
Sabato 31 Maggio 2014 alle ore 16.00
in Chiesa: Incontro coi genitori dei cresimandi.
II.
Lunedì 16 e Martedì 17 Giugno 2014 alle ore 9.30 in Chiesa: Prove della
cerimonia.
III.
Giovedì 19 Giugno 2014: Ritiro di preparazione per i Cresimandi.
* Ore 9.30: Raduno in Chiesa: Un momento di
preghiera e di meditazione.
* Ore 10.00: Spostamento al luogo di ritiro.
* Ore 12.00: Pranzo al sacco.
* Ore 13 - 14.45: Giochi e divertimento.
* Ore 15.00: Ritrovo in Chiesa:
* Ore 15 - 15.15: Preparazione al sacramento
della confessione.
* Ore 15.15: Inizio confessioni per Cresimandi e
Catechisti.
* Ore 21.00: Possibilità di confessioni per
i genitori dei Cresimandi.
IV.
Sabato 21 Giugno 2014:
* Ore
17.00: Raduno dei Cresimandi in Chiesa.
* Ore 18.15: Arrivo del Vescovo
* Ore 18.30: Inizio della celebrazione
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
ORARI SANTE MESSE
Feriali:
Ore 18.00 (Lunedì -Venerdì)
Sabato:
Ore 18.00 (Prefestiva)
Domenica
e Festivi: Ore 08.00
* Ore 10.00(per i ragazzi del Catechismo e
i loro genitori fino a
Domenica 15 giugno 2014)
*
Ore: 11.00
*
Ore: 18.00
Don Andrea Muamba
AVVISI
1. Avete sentito che il rendimento dei microfoni
è cambiato. Infatti, ol poco che siamo riusciti ad accogliere abbiamo dato un
acconto all'agenzia di Orte che ci ha fatto fiducia e ha mandato il suo tecnico
per l'installazione dell'amplificatore. Non ci hanno imposto una rate mensile
fissa da versare. Tuttavia ogni mese faremo il versamento di quello che avremo
raccolto fino all'esaurimento del debito. Contiamo dunque sulla vostra
generosità.
2.
Il contributo può essere messo nelle cassette delle offerte in fondo alla
chiesa o date direttamente a don Andrea.
3.
Come annunciato Domenica scorsa, il nostro Vescovo verrà qui da noi mercoledì 28 maggio prossimo alle ore 21
per portarci un messaggio di conforto e di speranza per il futuro della nostra
Parrocchia e non per fare polemiche. Sono invitati in modo obbligatorio, come è
stato detto: tutti i catechisti; la Confraternita del SS. Sacramento; i rappresentanti del Coro parrocchiale e
dell'Oratorio; e i parrocchiani disponibili che vogliono, anche loro,
ascoltare il Vescovo.
4.
L'incontro col Vescovo si farà qui in Chiesa.
Il programma:
*
Un momento di preghiera col canto dello Spirito santo.
*
Il messaggio del Vescovo.
*
Compieta.
*
Benedizione del Vescovo.
5.
Da oggi si può rileggere sul Blog (Sito Internet) della Parrocchia, l'Omelia di
domenica fatta da don Andrea Muamba.
Don Andrea Muamba
V DOMENICA DI PASQUA
Lo riconobbero nello spezzare il pane
+ Dal Vangelo secondo Luca
Santi di oggi
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore
Omelia:
Carissimi
fratelli e sorelle,
Proseguiamo la nostra gioia
di Pasqua celebrando oggi la quinta domenica del Tempo pasquale. Gesù continua
la sua scuola iniziata col gruppo dei suoi discepoli per convincerli ad essere
i veri testimoni della sua Resurrezione e della sua vittoria sull'incubo della
morte e del peccato.
Gesù s'impegna a convincere
i suoi discepoli della sua resurrezione perché conosce quanto è duro il cuore
umano a convertirsi anche se ci sono delle prove indiscutibili.
Gesù fa questa scuola in tre
tappe importanti:
* La prima tappa che ha
seguito i primi giorni della resurrezione è stata di convincere i suoi
discepoli che non c'è la differenza tra Gesù che hanno conosciuto sulle vie
della Galilea e di Gerusalemme e Gesù che hanno incontrato dopo la
resurrezione, cioè tra Gesù della storia
e Gesù della Fede per usare il linguaggio degli esperti. E come metodo, ogni
volta che Gesù si manifestava, chiedeva qualcosa da mangiare; a Tomaso che ha
dubitato della testimonianza degli altri discepoli, Gesù ha chiesto anche di
toccarlo per confermare che era proprio Lui anche coi segni dei chiodi.
* La seconda tappa della
scuola di Gesù ai suoi discepoli è stata di indicare a loro i luoghi principali
della sua presenza dopo la separazione fisica, cioè il tempo della Fede che noi
viviamo oggi. I due luoghi importanti della presenza di Gesù oggi sono le sacre
scritture e il sacramento dell'Eucaristia.
Questa lezione di Gesù si è
concretizzata in modo particolare nell'episodio dell'incontro del Signore con i
due discepoli di Emmaus delusi e disperati dalla sua morte. Gesù stesso viene
incontro a loro per darli consolazione raccontandoli tutto ciò che era scritto
su di Lui nelle sacre scritture e come l'hanno riconosciuto la sera allo
spezzare il pane che chiamiamo oggi la santa Messa.
Dunque non si può immaginare
uno(a) cristiano(a) battezzato(a) che non vai mai a Messa per ascoltare la
Parola di Dio e accostarsi alla Santa Eucaristia.
* Oggi, terza tappa della
sua scuola, Gesù comincia a scrivere nel cuore dei suoi discepoli il suo
testamento per prepararli all'evento dell'Ascensione, cioè alla separazione
fisica. Il fondo del suo testamento è la chiamata ad avere la Fede in Lui come ne abbiamo nel Padre
nonostante la sua assenza fisica: "Non
sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in
me".
Ma Gesù ci fa capire che la
Fede non è soltanto una cosa verbale di uno confessa la propria fede colle
belle parole, ma la vera fede si vede anche e sopratutto nelle opere concrete: "Credete a me: io sono nel Padre e il
Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse".
Insomma, essere cristiano o
cristiana non è scritto sul viso, ma si vede tramite le opere concrete di
carità che facciamo per sostenere le persone bisognose; per sostenere la nostra
comunità parrocchiale e la nostra chiesa tramite le diverse iniziative...
Sia lodato Gesù cristo.
Don Andrea Muamba.
martedì 13 maggio 2014
AVVISI
1. Si ricorda che siamo nel Mese di Maggio, mese che la Chiesa dedica
alla devozione alla Madonna. Come di tradizione ogni Sabato e ogni Domenica
di questo mese alle ore 21 c'è la
recita del Santo Rosario agli altarini.
I Cristiani del quartiere, secondo il programma, sono invitati, in modo
particolare, non solo a pulire e sistemare gli altarini ma ad essere presente
alla recita del Santo Rosario. Tranne i casi particolari di salute.
2. Abbiamo pensato di migliorare la qualità di rendimento dei nostri
microfoni cambiando l'amplificatore. Per questo chiediamo il contributo di
tutti e di ciascuno. Il costo complessivo è di € 2196,00 IVA compreso.
4. Nei prossimi giorni il nostro Vescovo verrà a portarci un messaggio di
speranza per il futuro della nostra Parrocchia e non a fare polemica con
nessuno. Sono invitati in modo obbligatorio: Tutti i catechisti; la
Confraternita del SS. Sacramento; i rappresentanti del Coro parrocchiale e dell'Oratorio;
e i parrocchiani che desiderano ascoltare il Vescovo. L'incontro preceduto da
un momento di preghiera si farà qui in Chiesa. Il giorno e l'ora vi saranno
comunicati nei prossimi giorni. Alla fine del messaggio riceveremo la
Benedizione del Vescovo.
5. Vi invitiamo a consultare spesso il nostro Blog (su internet)
ufficiale della Parrocchia (www.parrocchiacanale.blogspot.it)
e la nostra pagina Facebook ufficiale della Parrocchia (Coro Parrocchiale Canale Monterano). Vi troverete il riassunto
dell'Omelia domenicale e festiva di don Andrea Muamba; gli Avvisi della
Parrocchia e tante altre informazioni riguardante la vita della Parrocchia.
Buona giornata a tutti
Don Andrea Muamba
domenica 11 maggio 2014
IV DOMENICA DI PASQUA
Io sono la porta delle pecore
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Santi di oggi
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore
OMELIA
Orgogliosi di essere pecore
Conoscere tutte le proprie pecore al punto da chiamare ciascuna per nome. Forse è possibile quando si dispone di pochissimi capi di bestiame, ma che un allevatore proprietario di greggi sterminate sia in grado di conoscere tutte le pecore ad una ad una e mostri tale attenzione da dare a ciascuna un nome di battesimo, è inverosimile. Nessun mandriano di greggi si preoccuperebbe di denominare alcuna delle sue bestie, ciò che conta è che siano produttive per il suo profitto.
Ed è parimenti inverosimile che il solo padrone delle pecore sia in grado di ottenere attenzione dal suo gregge: sia che entri per la porta dell'ovile, sia che si manifesti attraverso altre vie di ingresso, le pecore si pongono sempre al seguito di chiunque. Quand'ero bambino capitò che trascorressimo in famiglia, assieme ad altri parenti, una scampagnata presso la fattoria di un pastore che per noi preparò zabbina calda (usanza tipica nelle campagne siciliane). Per ammazzare il tempo e per divertirci, io e altri miei cugini iniziammo a giocare con un gregge di numerose pecore che i proprietari avevano raccolto all'interno di un recinto. Le provocavamo, le stuzzicavamo e siccome la porta dell'ovile era rimasta aperta per una noncuranza del pastore, tutte le pecore da noi sollecitate un po' per volta uscirono e si sparpagliarono chi in gruppo chi da sola per la prateria antistante. Il pastore (che per questo poi ci rimproverò) dovette correre a perdifiato per raggiungerle tutte, riorganizzarle e riportarle al recinto.
Certamente è vero che un ladro non entrerebbe per la porta del recinto e provvederebbe ad un ingresso più astuto e levantino, ma che il solo pastore si in grado di farsi ascoltare dal gregge, questo è abbastanza discutibile.
Ma la similitudine di Gesù verte a ragguagliarci di un messaggio molto più profondo, poiché egli nella sua reale intenzione ci invita a... essere pecore per riconoscere in lui il pastore sollecito ed amico. Nei nostri riguardi Gesù si atteggia come nessun altro proprietario di greggi farebbe, cioè si china su ciascuna delle pecore per assisterle e per accudirle sanando eventuali loro ferite, le conosce tutte ad una ad una e le tratta come fossero persone amiche e confidenti: le chiama per nome. Gesù si mostra non solamente pastore ma anche confidente delle sue pecore e attento scrutatore dei loro bisogni e delle loro difficoltà, in grado di intervenire con solerzia e particolare prontezza nei loro confronti. Già nell'Antico Testamento si parlava di Dio come pastore universale che andava in cerca egli stesso delle pecore, anche considerando l'egoismo e l'arroganza dei pastori che pascevano se stessi anziché occuparsi del gregge (Ez 34) e tale profezia si realizza di fatto nel Cristo Figlio di Dio, che è la porta e la guida delle pecore. Quando Gesù parla di "porta delle pecore" ci si trova nella Festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme. Questo ha diverse vie di accesso, diverse porte e una di queste è appunto la "Porta delle pecore". Forse Gesù intende paragonare se stesso alle medesima "porta" gerosolimitana, onde illustrarci che il vero Tempio, cioè luogo di incontro fra Dio e gli uomini è ormai solamente lui; che la vera "porta" per la quale le pecore possono entrare per accedere al padre è sempre lui e ancora lui è la guida, colui che conduce a sereni pascoli il proprio gregge. Tempio, porta e guida. Così si qualifica Gesù nei nostri confronti mentre contemporaneamente ci si mostra pastore di estrema confidenza e amicizia, ben lungi dal trattare le sue pecore come soli capi di bestiame.
Ma come dicevamo poc'anzi, egli ci chiede anche di assumere il ruolo spassionato e libero delle pecore, pur non compromettendo in noi la razionalità e la maturità di giudizio. Anche se intelligenti e dotati di spirito critico, siamo invitati ad essere docili e mansueti come le pecore e a lasciarci guidare senza riserve e obiezioni da Colui che ha dimostrato di usarci infinito amore e misericordia. Il che comporta aprire il cuore a Gesù che è la Rivelazione di Dio Padre per la nostra salvezza, immedesimarci nelle sue vie per poterle percorrere, incamminarci con fiducia nei sentieri che lui stesso ci indica come veritieri e garanti.
Del resto, come anche indirettamente afferma Pietro arringando i Giudei il giorno di Pentecoste e come anche ripete la Lettera agli Ebrei, Gesù è in grado di porsi dalla parte delle pecore perché è stato egli stesso "agnello mansueto condotto al macello" e quindi in grado di compatire e partecipare delle nostre infermità.
Quelle di Pietro sono parole categoriche che non possono non rendere "pecore" gli attoniti ascoltatori ebrei che comprendono di aver commesso una leggerezza nei confronti del vero Pastore: "Sappia con certezza la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso." ." Pietro affronta il tema della condanna capitale di Gesù sottolineando come proprio la sua morte di croce sia stata per lui propiziatoria di gloria e di innalzamento, poiché proprio dalla croce scaturisce la resurrezione e da questa la signoria di Dio che ci salva dalla morte.
Signore (Kirios) è infatti appellativo di dominio di Gesù sul mondo, sulla varietà degli elementi e sugli uomini e le nazioni. Cristo vuol dire invece Unto, inviato da Dio per la salvezza e il riscatto di tutti.
Ecco perché gli ascoltatori si lasciano trasportare dalla commozione e il loro cuore sussulta al punto da rodere dal desiderio di porre rimedio alla loro malefatta: si convertono e si fanno battezzare nel suo nome. Diventano pecore nella misura in cui prima erano stati lupi rapaci, mentre Cristo diventa il loro Pastore nella misura in cui prima era stato indifeso Agnello.
Essere pecore non equivale ad ingenuità, ma se così dovesse essere è meglio essere ingenui purché ci raggiunga l'Amore. Scrive J. Morrinson "Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire. L'amore è infatti pazienza, sacrificio e sofferenza e solo nel Cristo crocifisso si realizzano tutte le prerogative dell'amore reale e questo va solamente accolto, corrisposto e condiviso con altri. Orgogliosi di essere pecore.
Conoscere tutte le proprie pecore al punto da chiamare ciascuna per nome. Forse è possibile quando si dispone di pochissimi capi di bestiame, ma che un allevatore proprietario di greggi sterminate sia in grado di conoscere tutte le pecore ad una ad una e mostri tale attenzione da dare a ciascuna un nome di battesimo, è inverosimile. Nessun mandriano di greggi si preoccuperebbe di denominare alcuna delle sue bestie, ciò che conta è che siano produttive per il suo profitto.
Ed è parimenti inverosimile che il solo padrone delle pecore sia in grado di ottenere attenzione dal suo gregge: sia che entri per la porta dell'ovile, sia che si manifesti attraverso altre vie di ingresso, le pecore si pongono sempre al seguito di chiunque. Quand'ero bambino capitò che trascorressimo in famiglia, assieme ad altri parenti, una scampagnata presso la fattoria di un pastore che per noi preparò zabbina calda (usanza tipica nelle campagne siciliane). Per ammazzare il tempo e per divertirci, io e altri miei cugini iniziammo a giocare con un gregge di numerose pecore che i proprietari avevano raccolto all'interno di un recinto. Le provocavamo, le stuzzicavamo e siccome la porta dell'ovile era rimasta aperta per una noncuranza del pastore, tutte le pecore da noi sollecitate un po' per volta uscirono e si sparpagliarono chi in gruppo chi da sola per la prateria antistante. Il pastore (che per questo poi ci rimproverò) dovette correre a perdifiato per raggiungerle tutte, riorganizzarle e riportarle al recinto.
Certamente è vero che un ladro non entrerebbe per la porta del recinto e provvederebbe ad un ingresso più astuto e levantino, ma che il solo pastore si in grado di farsi ascoltare dal gregge, questo è abbastanza discutibile.
Ma la similitudine di Gesù verte a ragguagliarci di un messaggio molto più profondo, poiché egli nella sua reale intenzione ci invita a... essere pecore per riconoscere in lui il pastore sollecito ed amico. Nei nostri riguardi Gesù si atteggia come nessun altro proprietario di greggi farebbe, cioè si china su ciascuna delle pecore per assisterle e per accudirle sanando eventuali loro ferite, le conosce tutte ad una ad una e le tratta come fossero persone amiche e confidenti: le chiama per nome. Gesù si mostra non solamente pastore ma anche confidente delle sue pecore e attento scrutatore dei loro bisogni e delle loro difficoltà, in grado di intervenire con solerzia e particolare prontezza nei loro confronti. Già nell'Antico Testamento si parlava di Dio come pastore universale che andava in cerca egli stesso delle pecore, anche considerando l'egoismo e l'arroganza dei pastori che pascevano se stessi anziché occuparsi del gregge (Ez 34) e tale profezia si realizza di fatto nel Cristo Figlio di Dio, che è la porta e la guida delle pecore. Quando Gesù parla di "porta delle pecore" ci si trova nella Festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme. Questo ha diverse vie di accesso, diverse porte e una di queste è appunto la "Porta delle pecore". Forse Gesù intende paragonare se stesso alle medesima "porta" gerosolimitana, onde illustrarci che il vero Tempio, cioè luogo di incontro fra Dio e gli uomini è ormai solamente lui; che la vera "porta" per la quale le pecore possono entrare per accedere al padre è sempre lui e ancora lui è la guida, colui che conduce a sereni pascoli il proprio gregge. Tempio, porta e guida. Così si qualifica Gesù nei nostri confronti mentre contemporaneamente ci si mostra pastore di estrema confidenza e amicizia, ben lungi dal trattare le sue pecore come soli capi di bestiame.
Ma come dicevamo poc'anzi, egli ci chiede anche di assumere il ruolo spassionato e libero delle pecore, pur non compromettendo in noi la razionalità e la maturità di giudizio. Anche se intelligenti e dotati di spirito critico, siamo invitati ad essere docili e mansueti come le pecore e a lasciarci guidare senza riserve e obiezioni da Colui che ha dimostrato di usarci infinito amore e misericordia. Il che comporta aprire il cuore a Gesù che è la Rivelazione di Dio Padre per la nostra salvezza, immedesimarci nelle sue vie per poterle percorrere, incamminarci con fiducia nei sentieri che lui stesso ci indica come veritieri e garanti.
Del resto, come anche indirettamente afferma Pietro arringando i Giudei il giorno di Pentecoste e come anche ripete la Lettera agli Ebrei, Gesù è in grado di porsi dalla parte delle pecore perché è stato egli stesso "agnello mansueto condotto al macello" e quindi in grado di compatire e partecipare delle nostre infermità.
Quelle di Pietro sono parole categoriche che non possono non rendere "pecore" gli attoniti ascoltatori ebrei che comprendono di aver commesso una leggerezza nei confronti del vero Pastore: "Sappia con certezza la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso." ." Pietro affronta il tema della condanna capitale di Gesù sottolineando come proprio la sua morte di croce sia stata per lui propiziatoria di gloria e di innalzamento, poiché proprio dalla croce scaturisce la resurrezione e da questa la signoria di Dio che ci salva dalla morte.
Signore (Kirios) è infatti appellativo di dominio di Gesù sul mondo, sulla varietà degli elementi e sugli uomini e le nazioni. Cristo vuol dire invece Unto, inviato da Dio per la salvezza e il riscatto di tutti.
Ecco perché gli ascoltatori si lasciano trasportare dalla commozione e il loro cuore sussulta al punto da rodere dal desiderio di porre rimedio alla loro malefatta: si convertono e si fanno battezzare nel suo nome. Diventano pecore nella misura in cui prima erano stati lupi rapaci, mentre Cristo diventa il loro Pastore nella misura in cui prima era stato indifeso Agnello.
Essere pecore non equivale ad ingenuità, ma se così dovesse essere è meglio essere ingenui purché ci raggiunga l'Amore. Scrive J. Morrinson "Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire. L'amore è infatti pazienza, sacrificio e sofferenza e solo nel Cristo crocifisso si realizzano tutte le prerogative dell'amore reale e questo va solamente accolto, corrisposto e condiviso con altri. Orgogliosi di essere pecore.
domenica 4 maggio 2014
III DOMENICA DI PASQUA
Lo riconobbero nello spezzare il pane
+ Dal Vangelo secondo Luca
Santi di oggi
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore
OMELIA
L'avevano riconosciuto nello spezzare il pane
Se c'è un brano nel quale è chiaro il perché Gesù dopo la sua risurrezione si fa vedere ai suoi discepoli, è proprio quello che ci viene offerto dalla liturgia di questa terza domenica di Pasqua. I due discepoli, infatti, come gli altri, credevano di conoscere Dio. Educati nella fede sin dall'infanzia, alla scuola della tradizione dei padri, essi conoscevano a memoria le sacre Scritture e gli insegnamenti dei saggi d'Israele... Ma la morte di Gesù smentì ogni loro convinzione, al punto di dover riconoscere che di Dio, fino a quel momento, non avevano compreso assolutamente nulla.
Nelle parole dei due di Emmaus è chiaro che chi aveva seguito Gesù era giunto alla conclusione che Gesù era il Figlio di Dio, in senso messianico; ossia il Messia tanto atteso, il braccio destro di Dio nella storia d'Israele e dell'umanità. Ma venne l'ora della passione, e con la passione la morte di croce che screditò completamente, davanti ai loro occhi e a quelli del popolo, la personalità religiosa di Gesù. Essi si convinsero di aver sbagliato tutto: su quella croce Gesù era un maledetto da Dio (cfr Dt 21,22-23)
Ma venne la risurrezione di Gesù che sconvolse radicalmente la loro fede. Se Gesù era vivo Dio non solo non aveva abbandonato il Crocifisso, ma con lui si identificava pienamente. Le piaghe del Risorto, sotto i loro occhi, parlavano chiaro: proprio lì, dove essi non l'avevano riconosciuto, proprio lì Dio si era manifestato. Il volto sfigurato di Gesù crocifisso, era il volto stesso di Dio!
La missione del Risorto era proprio quella di spiegare ai discepoli, parola di Dio alla mano, che la sua scelta di consegnarsi nelle mani dei suoi nemici non era stata la negazione di Dio, ma la rivelazione piena del volto di Dio. Anzi, quella era l'unica strada affinché gli uomini potessero comprendere fino a che punto l'amore di Dio era disposto ad arrivare, pur di farsi accogliere da chiunque con quella morte è disposto a confrontarsi. Gesù risorto è ancora una volta pronto a dare la sua vita, spezzando il suo corpo e donando il suo sangue, manifestando per l'eternità che la vita non sta nel non morire mai, ma nel morire senza posa per amore, a servizio della vita.
Buona domenica e buona settimana!
Se c'è un brano nel quale è chiaro il perché Gesù dopo la sua risurrezione si fa vedere ai suoi discepoli, è proprio quello che ci viene offerto dalla liturgia di questa terza domenica di Pasqua. I due discepoli, infatti, come gli altri, credevano di conoscere Dio. Educati nella fede sin dall'infanzia, alla scuola della tradizione dei padri, essi conoscevano a memoria le sacre Scritture e gli insegnamenti dei saggi d'Israele... Ma la morte di Gesù smentì ogni loro convinzione, al punto di dover riconoscere che di Dio, fino a quel momento, non avevano compreso assolutamente nulla.
Nelle parole dei due di Emmaus è chiaro che chi aveva seguito Gesù era giunto alla conclusione che Gesù era il Figlio di Dio, in senso messianico; ossia il Messia tanto atteso, il braccio destro di Dio nella storia d'Israele e dell'umanità. Ma venne l'ora della passione, e con la passione la morte di croce che screditò completamente, davanti ai loro occhi e a quelli del popolo, la personalità religiosa di Gesù. Essi si convinsero di aver sbagliato tutto: su quella croce Gesù era un maledetto da Dio (cfr Dt 21,22-23)
Ma venne la risurrezione di Gesù che sconvolse radicalmente la loro fede. Se Gesù era vivo Dio non solo non aveva abbandonato il Crocifisso, ma con lui si identificava pienamente. Le piaghe del Risorto, sotto i loro occhi, parlavano chiaro: proprio lì, dove essi non l'avevano riconosciuto, proprio lì Dio si era manifestato. Il volto sfigurato di Gesù crocifisso, era il volto stesso di Dio!
La missione del Risorto era proprio quella di spiegare ai discepoli, parola di Dio alla mano, che la sua scelta di consegnarsi nelle mani dei suoi nemici non era stata la negazione di Dio, ma la rivelazione piena del volto di Dio. Anzi, quella era l'unica strada affinché gli uomini potessero comprendere fino a che punto l'amore di Dio era disposto ad arrivare, pur di farsi accogliere da chiunque con quella morte è disposto a confrontarsi. Gesù risorto è ancora una volta pronto a dare la sua vita, spezzando il suo corpo e donando il suo sangue, manifestando per l'eternità che la vita non sta nel non morire mai, ma nel morire senza posa per amore, a servizio della vita.
Buona domenica e buona settimana!
sabato 3 maggio 2014
CAMPO SCUOLA DELLA DIOCESI
Qui potete trovare tutte le informazioni per il CAMPO SCUOLA della nostra
Diocesi.
Un'occasione per conoscere altri ragazzi e per fare attività di gruppo.
Aperto ai ragazzi dalla prima media fino al primo superiore.
INFO:
Alessandro 328-9155197
Antonella 320-6883554...
Valentina 348-6378780
don Gianpiero 347-1158618
don Luigi 339-6047182
VOLANTINO ISCRIZIONI scaricare qui
SCHEDA INFORMATIVA SANITARIA scaricare qui
Un'occasione per conoscere altri ragazzi e per fare attività di gruppo.
Aperto ai ragazzi dalla prima media fino al primo superiore.
INFO:
Alessandro 328-9155197
Antonella 320-6883554...
Valentina 348-6378780
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PRIMA COMUNIONE
domenica 27 aprile 2014
II DOMENICA DI PASQUA
Otto giorni dopo venne Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Santi di oggi
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore
Omelia
IL SUO APPARIRE PERCHÉ CREDIAMO
Che Gesù sia risuscitato non è sufficiente perché noi possiamo essere entusiasti. Non basta cioè tener presente il solo fatto che Gesù Da morto è tornato in vita. Occorre che noi concepiamo e abbiamo per certo che egli è RISORTO DAI MORTI e che la morte non ha più potere su di lui (1Cor 15, 20). Cristo è infatti fuoriuscito misteriosamente dal sepolcro una volta divelto il masso che lo ostruiva, si è liberato con comodità e padronanza dalle bende e dal sudario che lo tenevano prigioniero ed è apparso ai discepoli nel suo Corpo glorificato, non più soggetto alle precarietà terrene e non più paragonabile a quello che aveva avuto prima della morte di croce. Ciò significa che Cristo ha vinto definitivamente la morte mostrando potere su di essa e che in lui ora sussiste la vita per sempre.
il primo giorno della settimana, lo stesso in cui Maria di Magdala e l'altra Maria erano andate alla sua tomba, compare improvvisamente ai discepoli rinchiusi ermeticamente per paura dei Giudei. Dicevamo che il suo corpo è adesso glorioso e invitto, ragion per cui può fare ingresso nel rifugio senza aprirvi le porte e anzi eludendo ogni forma di ostruzionismo. Comunica la pace e serenità a tutti e conferisce il primo dono dello Spirito Santo: quello per il quale i discepoli avranno potere di rimettere i peccati. Lo Spirito della comunione e della missione sarà effuso il giorno di Pentecoste, dopo l'ascesa di Gesù al Cielo.
Con la presente effusione dello Spirito Gesù qualifica i suoi discepoli come apostoli e ministri della riconciliazione abilitandoli a fare in modo che per mezzo del perdono di Dio, tutti gli uomini abbiano accesso a Dio Padre. E solamente il Risorto poteva farlo, visto che lui stesso nella croce aveva espiato i nostri peccati rendendoci "giusti" davanti a Dio, cioè rendendoci in grado di meritare il suo perdono. Prima ci ha riconciliati con il Padre per mezzo della morte di croce, adesso per mezzo dell'apostolato degli Undici continua riconciliarci sacramentalmente.
Ma lo scopo primario delle apparizioni è quello di risvegliare i discepoli dal torpore dello scetticismo e dell'incredulità. Non appena avevano visto morire Gesù, i suoi avevano infatti creduto che egli fosse un Messia fallito che non avesse portato a compimento la sua missione di "liberare il regno di Israele" ed erano tornati a casa certamente ancora credenti, ma del tutto sconsolati e attoniti. Adesso con le apparizioni finalmente saranno convinti della vera potenza di Dio in Gesù Cristo che consiste nell'amore che si fa spazio nella vessazione e nella croce, che affronta la morte per avene ragione. In virtù delle apparizioni finalmente i discepoli cominceranno a comprendere che il "Figlio dell'uomo doveva patire e soffrire molto, essere riprovato e messo a morte per poi risorgere il terzo giorno" e capiranno il legame indispensabile fra la morte e la resurrezione. Lo capirà anche Tommaso, il quale pretende addirittura segni tangibili per poter credere.
L'errore di Tommaso, assente la sera della prima apparizione di Gesù, è quello di essere refrattario alla testimonianza dei suoi fratelli, che pure non potevano non essere credibili, poiché gli avevano raccontato un evento che certo aveva impresso ulteriormente nella loro vita. Il discepolo incredulo reagisce alle loro parole con l'atteggiamento di ripulsa tipicamente umano, il quale non si accontenta di testimonianze o di racconti, ma si atteggia pedante nelle verifiche e negli accertamenti.
Credere invece è aderire ad un annuncio come dirà Paolo, concedere se stessi al mistero che ci è stato rivelato e che è diventato oggetto di trasmissione e lasciarsi radicalmente trasformare da esso, lasciando che imprima nella nostra vita. Credere è accogliere, non bizantineggiare.
Certamente la fede ha anche le sue ragioni e non è contraria al raziocinio o alla prova della scienza, tuttavia come diceva Pascal "il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non comprende."
E così le apparizioni prolungano la verità del sepolcro vuoto e ne fondano la certezza e l'attendibilità dandoci un ulteriore monito all'apertura disinvolta verso un Mistero che sarà sempre atto a qualificare al meglio la nostra vita.
Che Gesù sia risuscitato non è sufficiente perché noi possiamo essere entusiasti. Non basta cioè tener presente il solo fatto che Gesù Da morto è tornato in vita. Occorre che noi concepiamo e abbiamo per certo che egli è RISORTO DAI MORTI e che la morte non ha più potere su di lui (1Cor 15, 20). Cristo è infatti fuoriuscito misteriosamente dal sepolcro una volta divelto il masso che lo ostruiva, si è liberato con comodità e padronanza dalle bende e dal sudario che lo tenevano prigioniero ed è apparso ai discepoli nel suo Corpo glorificato, non più soggetto alle precarietà terrene e non più paragonabile a quello che aveva avuto prima della morte di croce. Ciò significa che Cristo ha vinto definitivamente la morte mostrando potere su di essa e che in lui ora sussiste la vita per sempre.
il primo giorno della settimana, lo stesso in cui Maria di Magdala e l'altra Maria erano andate alla sua tomba, compare improvvisamente ai discepoli rinchiusi ermeticamente per paura dei Giudei. Dicevamo che il suo corpo è adesso glorioso e invitto, ragion per cui può fare ingresso nel rifugio senza aprirvi le porte e anzi eludendo ogni forma di ostruzionismo. Comunica la pace e serenità a tutti e conferisce il primo dono dello Spirito Santo: quello per il quale i discepoli avranno potere di rimettere i peccati. Lo Spirito della comunione e della missione sarà effuso il giorno di Pentecoste, dopo l'ascesa di Gesù al Cielo.
Con la presente effusione dello Spirito Gesù qualifica i suoi discepoli come apostoli e ministri della riconciliazione abilitandoli a fare in modo che per mezzo del perdono di Dio, tutti gli uomini abbiano accesso a Dio Padre. E solamente il Risorto poteva farlo, visto che lui stesso nella croce aveva espiato i nostri peccati rendendoci "giusti" davanti a Dio, cioè rendendoci in grado di meritare il suo perdono. Prima ci ha riconciliati con il Padre per mezzo della morte di croce, adesso per mezzo dell'apostolato degli Undici continua riconciliarci sacramentalmente.
Ma lo scopo primario delle apparizioni è quello di risvegliare i discepoli dal torpore dello scetticismo e dell'incredulità. Non appena avevano visto morire Gesù, i suoi avevano infatti creduto che egli fosse un Messia fallito che non avesse portato a compimento la sua missione di "liberare il regno di Israele" ed erano tornati a casa certamente ancora credenti, ma del tutto sconsolati e attoniti. Adesso con le apparizioni finalmente saranno convinti della vera potenza di Dio in Gesù Cristo che consiste nell'amore che si fa spazio nella vessazione e nella croce, che affronta la morte per avene ragione. In virtù delle apparizioni finalmente i discepoli cominceranno a comprendere che il "Figlio dell'uomo doveva patire e soffrire molto, essere riprovato e messo a morte per poi risorgere il terzo giorno" e capiranno il legame indispensabile fra la morte e la resurrezione. Lo capirà anche Tommaso, il quale pretende addirittura segni tangibili per poter credere.
L'errore di Tommaso, assente la sera della prima apparizione di Gesù, è quello di essere refrattario alla testimonianza dei suoi fratelli, che pure non potevano non essere credibili, poiché gli avevano raccontato un evento che certo aveva impresso ulteriormente nella loro vita. Il discepolo incredulo reagisce alle loro parole con l'atteggiamento di ripulsa tipicamente umano, il quale non si accontenta di testimonianze o di racconti, ma si atteggia pedante nelle verifiche e negli accertamenti.
Credere invece è aderire ad un annuncio come dirà Paolo, concedere se stessi al mistero che ci è stato rivelato e che è diventato oggetto di trasmissione e lasciarsi radicalmente trasformare da esso, lasciando che imprima nella nostra vita. Credere è accogliere, non bizantineggiare.
Certamente la fede ha anche le sue ragioni e non è contraria al raziocinio o alla prova della scienza, tuttavia come diceva Pascal "il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non comprende."
E così le apparizioni prolungano la verità del sepolcro vuoto e ne fondano la certezza e l'attendibilità dandoci un ulteriore monito all'apertura disinvolta verso un Mistero che sarà sempre atto a qualificare al meglio la nostra vita.
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