sabato 22 febbraio 2014

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mt 5,38-48

Amate i vostri nemici

+ Dal Vangelo secondo Matteo  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore


Omelia

Cari fratelli! Gesù ci ricorda oggi che tutta la legge è riassunta nell'amore di Dio e del prossimo. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della legge, infatti, è la carità. (Rm 13,8-10) Gesù è la pienezza della legge perché egli è la parola definitiva del Padre (Eb 1,1) ed Egli ci invita a superare la legge del taglione (lex talionis). Questa legge del codice di Hammurabi detta anche: occhio per occhio, dente per dente è la legge di vendetta che prescriva che, chi è stato offeso, ha il diritto di infliggere all'offensore una pena uguale all'offesa ricevuta. Hammurabi fu il sesto re di Babilonia, della I dinastia babilonese. Gesù ci stupisce con la novità del suo insegnamento: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico... se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle”.( Vangelo)
Ai Suoi insegnamenti la gente diceva, che mai è questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità.(Mc 1,27) Alla sua dottrina risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!>>...mentre  i Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato>>. (Gv 7,46,15-16)  Oggi l'uomo riesce a scoprire la bellezza e la novità del Vangelo di Gesù? Mi stupisce ancora Gesù? Questa è che ogni uomo è chiamato a rispondere oggi. Gesù vuole facci capire che dal male nasce male e che con bene/amore solo si vince male. Occhio per occhio, dente per dente aumenta solo il male tra gli uomini.
Gesù cita il libro dell'Esodo che contiene la legge di vendetta:”Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta; ma se sopravvive un giorno o due, non sarà vendicato, perché è suo denaro. Quando alcuni uomini litigano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un'ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. Se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido. Quando un uomo colpisce l'occhio del suo schiavo o della sua schiava e lo acceca, darà loro la libertà in compenso dell'occhio”.( Es 21,20-26) La lex talionis in una parola disse: “amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Gesù ci chiede l'amore del nemico e la preghiera per chi ci fa o ha fato del male. “Voi, dunque, siate perfetti com' è perfetto il Padre vostro celeste”. Essere perfetti vuol dire amare i nemici e pregare per quelli che ci perseguitano.
“La liturgia odierna punta tutto sul vero amore, quello alto, quello cristiano, non quello del mondo che ama per costrizione, che ama chi merita o chi ci stima: per il cristiano tutti sono degni di essere amati e tutti vanno onorati perché figli di un Dio che ama, di un Dio che è amore, che fa sorgere il Suo sole su tutti … Quanto desidera Gesù una chiesa di amanti, di persone che si donano, che si sacrificano per gli altri, che non tengono conto del male ricevuto..una chiesa fatta di persone amanti suppone delle famiglie che vivono e insegnano ad amare, che vivono il rispetto reciproco, senza invidie, senza rancori: scuole di carità quotidiana...''(Pane e Cammino, Febbraio 2014, p.114)


domenica 16 febbraio 2014

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mt (5, 20-22a.27-28.33-34a.37)

Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.


+ Dal Vangelo secondo Matteo  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio". Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: "Non commetterai adulterio". Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: "sì, sì", "no, no"; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.

Omelia

La liturgia odierna ci fa riflettere sulla legge di Dio. È vero che beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore”...( Salmo 119,1), ma il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. I farisei erano ossessionati dalla realizzazione letterale e minuziosa della legge; ma ne avevano completamente perso lo spirito. Di qui la parola di Gesù: “Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei..”.(La Chiesa.it) La legge di Dio sono solo parole d'amore che ci aiutano ad amare Dio e il prossimo.
La Sua legge è “assoluta e perpetua”, dato da Dio non solo perché ci sia l'ordine nella società umana ma anche per condurre l'uomo a Dio e alla salvezza. Le prescrizioni della legge Divina sono come segni stradali. A cosa servono i segni stradali?  Conducano e indicano la strada a chi giuda, e chi li rispetta non sbaglia mai, non riceve la contravvenzione e non fa incidente. Come il codice stradale, chi osserva il comandamento di Dio cammina sulla via retta e non incappa mai. Chi cammina nella via della legge Divina è illuminato da essa, è intelligente ed è in grado di discernere tra ciò che è bene e male. Come i segni stradali ci indicano la strada cosi, la legge di Dio ci indica Dio e ci porta a Lui. L'osservanza della legge non è altro che amare Dio e il prossimo. San Paolo dipinge chiaramente questa idea cosi “non siete debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole: perché chi ama l'altro, ha adempito la legge". Infatti: "Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desiderai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della legge infatti, è la carità. (Rm 13,8-10)
Gesù disse al giovane ricco"Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. (Mt 19,16-22) e la prima lettura ci dice, “Se vuoi puoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai”. Il giovane ricco che va incontro a Gesù gli domandò “maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna"? Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesero nel cielo; e vieni; Seguimi!". Udita questa parola, il giovane se ne andò triste; possedeva infatti molte ricchezze.(Mt 19,16-22) In una parola Gesù lo ha indicato amore che è lo spirito della legge. La legge era osservata letteralmente, è questo a suscitare la polemica tra Gesù e un gruppo dei farisei e scribi venuti da Gerusalemme; “perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”
Gesù è la pienezza della legge perché egli è la parola definitiva del Padre (Eb 1,1). E afferma nel vangelo “non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto”. Non sempre l'uomo riesce a mettere in pratica la parola di Dio. Sembra difficile! San Paolo di fronte la legge e la sua praticabilità esclamò : ”io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti, nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? ... Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato”.(Rm 7,21-25) Dopo Paolo si è reso conto dell'importanza della grazia e disse: “tutto posso in colui che mi dà la forza''(Filippesi 4,13).
Ci chiama Gesù a fare più degli altri, a fare lo straordinario perché siamo nel tempo di grazia e lo Spirito Santo ci aiuta a discernere tra ciò che è bene e ciò che è male; “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”;(Vangelo) e Gesù ci lascia qui come vivere la pienezza di vita in Lui e per il bene del prossimo:
  • “Non ucciderai” ha prescritto la legge ma Gesù dice “chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
  • Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
  • Riconciliarti con il tuo fratello prima di offrire il tuo dono all'altare.
  • Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario prima di arrivare al tribunale.
  • La legge dice, “non commetterai adulterio”. Gesù sottolinea che ''chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.''
  • “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio” dice la legge ma Gesù proclama che ''chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio''.
  • “Non giurerai il falso” dice la legge ma Gesù dice “non giurate affatto...Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il più viene dal Maligno”.



sabato 8 febbraio 2014

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Voi siete la luce del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore

Omelia

Nel vangelo di questa V Domenica del Tempo Ordinario Gesù usa due parole: Sale e Luce. Queste sono parole chiave che esprimono la vita e testimonianza di ogni credente. Il cristiano è colui che riflette il Suo Signore nel suo agire e nel suo rapportarsi con altri, quindi “Voi siete il sale della terra”. Le parole di Gesù rivolto a noi cristiani ci fanno pensare dell'uso che noi facciamo del sale. Nel cibo un pizzico di sale insaporisce e viene anche usato per la preservazione delle cose. Il cristiano è nel mondo ma non è del mondo. San Paolo a proposito disse, “non conformatevi a questo mondo”(Rm 12,2). Non ci conformiamo alla mentalità del mondo. Il cristiano, questo “sale” della terra, non da più sapore cioè se non si rende più testimonianza a Dio vale più o meno a nulla; “Se il sale perde il sapore … a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”.
Gesù attribuisce a se il tema della Luce: “Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Gesù è “la luce degli uomini; la luce (che) splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta” (Gv 1,4-5). “Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Abbiamo detto che siamo alla sera dell’ultimo giorno della festa delle Capanne. Il popolo con una grandiosa luminaria, faceva memoria della nube luminosa che lo aveva accompagnato nel deserto. Era il segno della presenza del Signore, Luce di Israele, che di notte indicava la via da percorrere (Es 13,20-22). Però non era solo memoria di un passato, era anche un’esperienza perenne per l’Israele fedele: Dice il salmista: «Quando ci illumini, viviamo nella luce» (Sal 36,9s); ed era anche un annuncio di un meraviglioso futuro, quello dei tempi messianici, quando il popolo sommerso nelle tenebre, «vedrà una grande luce» (Mt 4,16). Il Messia è infatti chiamato «luce per illuminare le genti» (Lc 2,32), non solo Israele''.(D. Mario Galizzi sdb)
E oggi disse a noi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”. Siamo come Gesù luce perché illuminati da Lui Vera Luce che illumina le tenebre. Siamo luce del mondo solo se abbiamo fatto l'esperienza di Dio, se ci lasciamo trasformare e usare da Lui. Siamo luce del mondo solo se la gente veda in noi qualcosa, una testimonianza della nostra fede cristiana. Sapendo che siamo cristiani cosa dicono gli altri di noi? Il mio agire o la nostro agire rifletta qualcosa della fede che noi professiamo o siamo cristiani solo quando siamo in chiesa?
“Non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplende la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” disse Gesù. La lampada dà <<la luce a tutti quelli che sono nella casa>>. Qualcuno diceva giustamente che la prima testimonianza del credente è nella propria famiglia. Quando una persona ha dato il suo cuore al Signore è là che dimostra, prima che altrove, il cambiamento avvenuto nella sua vita.
Il cristiano che dopo avere sperimentato il Signore non Lo testimonia non è altro che una luce/lampada nascosta sotto il moggio o sotto il letto (Mt4,21). La lampada è fatta per illuminare. La parola di Dio deve rivelarsi e bisogna riceverla. Non testimoniare Dio vuol dire delle volte non essere né freddo né caldo. La parola di Dio disse: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.( Apocalisse 3, 15-16) Non testimoniare Dio, quindi non essere luce del mondo nasce anche dalla paura degli uomini, dalla pigrizia o dalla mancanza di coraggio. Non testimoniare Dio in una parola è non riconoscerlo. “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.(Mt 10,32-33)
Carissimi ricordatevi bene, “che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani”(2 Cor 3,1-3).



domenica 2 febbraio 2014

AVVISO



QUI PUOI TROVARE I NOMINATIVI DELLE MESSE DI TUTTO IL MESE

MESSE FEBBRAIO 2014

FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE


I miei occhi hanno visto la tua salvezza

+   Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».

Parola del Signore

Omelia

Carissimi fratelli, oggi che celebriamo la Presentazione del Signore è anche la Giornata della Vita Consacrata. La Chiesa ci invita a pregare per le vocazioni e per i consacrati. La festa della Presentazione del Signore viene celebrata quaranta giorni dopo il Santo Natale. Verso la metà del secolo VII questa festa esistente già nell'oriente viene introdotto in Occidente col titolo di Purificazione di Maria. A Roma si faceva una grande processione di carattere penitenziale verso la Basilica di D. Maria Maggiore e tutti portavano le candele accese. Le candele accese simboleggiano il Cristo: Luce del Mondo, ponendo cosi l'aspetto Cristologico della festa. Ecco da dove viene il nome Candelora.
Candelora il nome di questa festa mette in rilievo il concetto di Cristo Luce che illumina le gente. Questa festa è anche Mariana perché Cristo si offre a Dio per le mani di Maria.
Maria, come tutte le mamme ebraiche, si reca al tempio di Gerusalemme in obbedienza alla Legge Divina che prescriveva un rito di purificazione quaranta giorni dopo il parto. “Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote, all'ingresso della tenda del convegno, un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio per il peccato. Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per lei; ella sarà purificata dal flusso del suo sangue. Questa è la legge che riguarda la donna, quando partorisce un maschio o una femmina. Se non ha mezzi per offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio per il peccato. Il sacerdote compirà il rito espiatorio per lei ed ella sarà pura”(Levitico 12.6-8) Maria perché non aveva i mezzi ha presentato al tempio le vittime per il sacrifico quello che la legge ha prescritto per i poveri. Nel tempo di Maria questo rito di purificazione si faceva solo nel tempio di Gerusalemme.
Dopo la purificazione seguiva il riscatto del primogenito, perché il figlio primogenito era ritenuto, per legge proprietà di Dio destinato al tempio, ma i genitori lo potevano riscattare pagando cinque sicli d'argento. “ Il Signore disse a Mosè:«Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti - di uomini o di animali -: esso appartiene a me... tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del bestiame, se di sesso maschile, appartiene al Signore. Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di bestiame minuto; se non lo riscatti, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi figli. Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli risponderai:  Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto, dalla condizione servile. Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nel paese d'Egitto, i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo frutto del seno materno, se di sesso maschile, e riscatto ogni primogenito dei miei figli. Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto”(Esodo 13,1-2,12-16)
“Ogni essere che nasce per primo da ogni essere vivente, offerto al Signore, sia degli uomini sia degli animali, sarà tuo; però farai riscattare il primogenito dell'uomo e farai anche riscattare il primo nato dell'animale impuro. Il tuo riscatto, lo effettuerai dall'età di un mese, secondo la stima di cinque sicli d'argento, conformi al siclo del santuario, che è di venti ghera. Ma non farai riscattare il primo nato della mucca, né il primo nato della pecora, né il primo nato della capra: sono cosa sacra”( Numeri 18,15-17).
Nel tempio nell'ora della presentazione c'erano due personaggi pii che aspettavano la salvezza di Israele: il profeta Simone e profetessa Anna, che mossi dallo Spirito Santo hanno riconosciuto Gesù come il Messia che va incontro al Suo popolo nel tempio. Simeone allora fa una sintesi della fede del popolo di Dio e della missione salvifica di Gesù: Luce per illuminare la gente e gloria Israele... e segno di contraddizione. Simone cosi ci rivela ancora una volta la misteriosa identità del neonato dopo quelli rivelatoci dai pastori e dai magi. I pastori hanno raccontato ciò che avevano sentito dagli angeli “oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore... tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano...(Luca 2, 11,18) Anche “Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui”(Luca 2, ) I magi invece chiedevano “Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?”( Mt 2,2)
A Maria dice Simone “a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori ”. Ecco un altro aspetto Mariano della festa odierna che rivela Maria come Mater Dolorosa che seguirà il Figlio amato sulla via della croce e che piange per l'umanità che rifiuta l'amore più grande del suo Figlio che dona la vita per i sui amici. Il vangelo di oggi ci presenta ancora Maria e Giuseppe come modelli di coloro che ascoltano la parola di Dio, che osservano le Sue leggi.