domenica 26 febbraio 2012

CECILIA EUSEPI


TRATTO DAL LIBRO: CECILIA EUSEPI IL SACRIFICIO DEI DESISERI

…….E’ TANTO BELLA LA LEGGE DEL PERDONO! PIUTTOSTO CHE PERDONARE I MIEI NEMICI IO MI SENTO L’OBBLIGO DÌ RINGRAZIARLI, POICHE’ MI HANNO DATO E MI DANNO ANCORA TANTE BELLE OCCASIONI DÌ CANTARE IL MIO AMORE PER GESU’.  (DIARIO, 19 LUGLIO 1928).

I NEMICI, LEI, NON SOLO LI PERDONA, MA LI RINGRAZIA, PER L’OCCASIONE OFFARTALE DÌ DIMOSTRARE. ATTRAVERSO IL PERDONO PER LA CATTIVERIA SUBITA, IL SUO AMORE A GESU’. ADDIRITTURA GIUNGE A PARLARE, NEI LORO CONFRONTI, DÌ RICONOSCENZA. E’ INCREDIBILE E INIMMAGINABILE CHE AL PERDONO SI AGGIUNGA LA RICONOSCENZA..
                                                                                                                                                                                                       

sabato 25 febbraio 2012

I DOMENICA DI QUARESIMA

Domenica 26 Febbraio  San'Alessandro di Alessandria Patriarca

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Parola del Signore


Riflessione


Carissimi siamo già nel tempo di quaresima! La Quaresima e' il tempo forte e speciale dell'anno liturgico ha una durata di quaranta giorni. E' il tempo di riconciliazione,di penitenza e di perdono significato nel simbolo delle ceneri della liturgia del mercoledì delle ceneri," convertitevi e credetevi al vangelo". La Quaresima e' il tempo favorevole, "e' per eccellenza il tempo della salvezza". il tempo di Quaresima ha inizio il mercoledì delle ceneri e termina la sera del giovedì santo.
Gesu' nel vangelo di oggi ci ha proclamato il cuore dell' annuncio del camino quaresimale: "convertitevi e credetevi al vangelo". L'evangelista Marco ci narra brevemente la tentazione di Gesu' nel deserto. Matteo e Luca invece hanno elaborato tre scene nelle loro racconti della prova di Gesu' da satana nel deserto dove troviamo le armi con cui Gesu' ha combattuto il tentatore. E ci ha lasciato in esempio le armi per sconfiggere il principe nemico di questo mondo, satana. Come Gesu' anche noi siamo tentati, ciò che fa migliore satana e' tentare e fa cadere i credenti nel peccato e poi li accusa. Gesu' e' stato forte nella battaglia contro la tentazione e come Lui anche' noi possiamo combattere la tentazione con la preghiera, il digiuno, e la parola di Dio." La vittoria di Gesu' sul tentatore nel deserto anticipa la vittoria della passione..."(CCC 539)
Perché l'uomo e' fragile a causa del peccato , Gesu' Il Vincitore Glorioso del male ci indichi le classiche opere di pietà come uno stile di vita nel nostro camino Quaresimale questo anno: L'elemosina, la preghiera e il digiuno. Le pratiche di queste opere di pietà in questo tempo di grazia ci rafforza nella lotta contro la tentazione, l'egoismo e il mondo con le sue ideologie e false filosofie.
Marco ci rivela nel vangelo odierna che il mistero del male non si spiega solo con la ragione umana come spiega la presenza del serpente nel racconto del peccato originale nel libro della genesi e della presenza di satana nella tentazione di Gesu' oggi. Tanti dubitano l'esistenza dell' ingannatore e questo implica lasciarsi vincere dalla raffinata astuzia del tentatore e " l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte"(Apocalisse 12:7-12).
Per concludere non scordiamo che ogni venerdì di Quaresima  c'e in chiesa alle ore 16,30 la via crucis che ci fa riflettere la passione e morte di Gesu' sulla croce. Percorrere insieme a Lui le Stazioni della via Crucis sostiene il nostro coraggio nel lottare contro la tentazione .
Padre Ethel

mercoledì 22 febbraio 2012

MERCOLEDI' DELLE CENERI

Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall’inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.
Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio. Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni, il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell’Antico Testamento, come un “simbolo austero” del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all’evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.
Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l’umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l’esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all’azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell’eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.


22 Febbraio S. Messa ore 17:00 e ore 21:00

ROSARIO

DA GIOVEDI' 23 FEBBRAIO A LUNEDI' 19 MARZO 2012
SI RECITERA' IL SANTO ROSARIO NELLA NOSTRA PARROCCHIA
TUTTI I GIORNI ALLE ORE 08:30



sabato 18 febbraio 2012

VERDE E' VITA



Una fiaba musicale davvero speciale.La Parrocchia di Canale Monterano con l'aiuto dei bambini di IV^ e V elementare ci faranno capire quanto è importante rispettare la natura.

venerdì 17 febbraio 2012

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 19 febbraio   Beato Alvaro De Zamora da Cordova Domenicano

Dal Vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore


Riflessione

Carissimi,in questa settima domenica ordinaria,
le letture di oggi ci danno una lezione di speranza, una lezione di speranza nel Cristo. Egli è l'amore senza confini, ci accoglie sempre, quali che siano i nostri torti, i nostri peccati, le nostre debolezze. A paralitici spirituali quali noi siamo, è pronto a dire come al paralitico del vangelo: "Figlio mio, i tuoi peccati sono perdonati". Il solo ostacolo all'effusione della sua misericordia non può venire che da noi. Sapremo aprirci ad essa, ascoltare i suoi richiami, e arrenderci alle sue insistenze? Abbiamo l'umiltà di riconoscerci peccatori, di confessare le nostre miserie e di accettare l'illuminazione liberatrice di Dio, portata dal Figlio suo Gesù Cristo?

Carissimi, San Marco racconta la guarigione di un paralitico: la presenta come prova che Cristo ha il diritto e il potere di perdonare i peccati, e che quindi egli è Dio, perché quello è un diritto e un potere che compete solo a Dio. Carissimi Fratelli e sorelle, oggi vediamo Cristo perdonare e guarire un paralitico. Un miracolo, segno del perdono e della guarigione che egli porta all'umanità peccatori, ma attenzione! Affinché la misericordia si manifesti a nostro favore, è indispensabile:
- Che noi ci riconosciamo peccatori. Il peccato, esiste in ciascuno di noi" Mia madre-geme il salmista-ma ha concepito nel peccato". Questo peccato, che è il rifiuto di amare, ingiustizia accettata, rancore conservato, oppure anche sete di comando, superbia più o meno cosciente, desiderio di possesso, di apparire, di affermare la propria superiorità! La prima condizione per ottenere il perdono è riconoscere lealmente questa miseria spirituale che è in noi: Peccavi: ho peccato!.
- Che noi abbiamo fede completa nella misericordia di Dio. una misericordia sempre offerta, che domanda solo di operare. Il Signore sa di quale argilla siamo impasti: egli ci vede affondati nel fango dei nostri egoismi e delle nostre paure. Invece di castigarci egli ha pietà. Nel suo amore viene in nostro aiuto, mettendo a nostra disposizione, per mezzo del sacramento, la sua luce e la sua forza. Come possiamo allora dubitare ed esitare?
- Che anche noi, a nostra volta, siamo i portatori del suo perdono e della pace. Questa è una delle condizioni per ottenere il perdono di Dio: " Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia". Siamo disposti a perdonare ai nostri fratelli con tutto il cuore? Siamo sempre pronti ad accoglierli? Dio avrà pietà se noi avremo pietà, perché cosi saremo messaggeri del suo amore e portatori della sua pace. 

Padre Jean Paul.   

sabato 11 febbraio 2012

VERITA' PRINCIPALI DELLA FEDE CRISTIANA

"Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi"(Gv 8,32)"Verità è qualcosa che si scopre: sta coperto e poco a poco viene alla luce" ma richiede sempre una ricerca impegnativa. Verità libera dalle illusioni.

 I DUE MISTERI PRINCIPALI DELLA FEDE
                                              
  1. Vi è un solo Dio in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.
  2. Il Figlio, rimanendo vero Dio,  si è fatto anche vero uomo, chiamato Gesù Cristo, e come uomo ha patito, è morto, ed è risorto per redimerci dai peccati.
I DIECI COMANDAMENTI I CINQUE PRECETTI DELLA CHIESA
IO SONO IL SIGNORE DIO TUO:
  1. Non avrai altro Dio al di fuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora tuo padre e tua madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere atti impuri.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d'altri.
  10. non desiderare la roba d'altri.

  1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.
  2. Rispettare i tempi e i giorni di penitenza
  3. Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua
  4. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa secondo le leggi e le usanze, in base alle proprie possibilità.
  5. Non celebrare solennemente le nozze nei periodi proibiti.
I SETTE SACRAMENTI LE QUATTRO VIRTU' CARDINALI
  1. Battesimo
  2. Confermazione (o Cresima)
  3. Eucaristia
  4. Penitenza (o Riconciliazione)
  5. Unzione degli infermi
  6. Ordine
  7. Matrimonio
 
  1. Prudenza
  2. Giustizia
  3. Fortezza
  4. Temperanza
 
I DUE PRECETTI DELLA CARITA' LE TRE VIRTU' TEOLOGALI
  1. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
  2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.
  1. Fede
  2. Speranza
  3. Carità
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE
  1. Consigliare i dubbiosi
  2. Insegnare a chi non sa
  3. Ammonire i peccatori
  4. Consolare gli afflitti
  5. Perdonare le offese
  6. Sopportare pazientemente le persone moleste
  7. Pregare Dio per i vivi e per i morti
 
  1. Dar da mangiare agli affamati
  2. Dar da bere agli assetati
  3. Vestire gli ignudi
  4. Alloggiare i pellegrini
  5. Visitare gli infermi
  6. Visitare i carcerati
  7. Seppellire i morti
I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO I SETTE VIZI CAPITALI 
  1. Sapienza
  2. Intelletto
  3. Consiglio
  4. Fortezza
  5. Scienza
  6. Pietà
  7. Timor di Dio
 
  1. Superbia
  2. Avarizia
  3. Lussuria
  4. Ira
  5. gola
  6. Invidia
  7. Pigrizia o accidia
 
LE BEATITUDINI EVANGELICHE  I PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO
  1. Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il regno dei cieli.
  2. Beati gli afflitti, perchè saranno consolati.
  3. Beati i miti, perchè erediteranno la terra.
  4. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perchè saranno saziati.
  5. Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia.
  6. Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio.
  7. Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio.
  8. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perchè di essi è il regno dei cieli.
(Mt 5,3-10)  
  1. Disperazione della salvezza
  2. Presunzione di salvarsi senza merito
  3. Impugnare la verità conosciuta
  4. Invidia della grazia altrui
  5. Ostinazione nei peccati
  6. Impenitenza finale
 
I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO
  1. Omicidio volontario
  2. Peccato impuro contro natura
  3. Oppressione dei poveri
  4. Defraudare la mercede agli operai
 

I QUATTRO NOVISSIMI

  1. La Morte
  2. Il Giudizio
  3. L'Inferno
  4. Il Paradiso
 

I LAICI NELLA CHIESA SECONDO IL CONCILIO VATICANO 11

Secondo la dottrina cristiana e il diritto canonico, la parola laico significa il comune fedele, che in forza del battesimo appartengono alla Chiesa, senza fare parte della gerachia ecclesiatica. Laico dal greco 'laikos' deriva da 'laòs' che vuole dire popolo e indica non soltanto l'appartenenza come "membro", quanto la condizione di "sudetto".A differenza dell’impostazione preconciliare dell’apostolato dei laici che insisteva che  l’apostolato dei laici è una forma di partecipazione in risposta ad una delega gerarchica, il Concilio insegna che i laici hanno il diritto e il dovere di portare avanti azioni apostoliche semplicemente perché sono membri della Chiesa. La chiamata all’apostolato giunge al laico da Cristo e si fonda sul battesimo e sulla cresima. Non è un qualcosa di delegato dalla gerarchia, anche se ovviamente per agire in nome della Chiesa i laici dovranno ottenere l’autorizzazione della gerarchia.
  
(LG 33)
I laici, radunati nel Popolo di Dio e costituiti nell’unico Corpo di Cristo sotto un solo capo, chiunque essi siano, sono chiamati come membri vivi a contribuire con tutte le loro forze, ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all’incremento della Chiesa e alla sua continua ascesa nella santità.


L’apostolato dei laici è quindi partecipazione alla stessa salvifica missione della Chiesa, e a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione. Dai Sacramenti poi, e specialmente dalla sacra Eucaristia, viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini, che è l’anima di tutto l’apostolato.


Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo. Così ogni laico, per ragione degli stessi doni ricevuti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa «secondo la misura con cui Cristo gli ha dato il suo dono» (Ef 4,7). Oltre a questo apostolato, che spetta a tutti assolutamente i fedeli, i laici possono anche essere chiamati in diversi modi a collaborare più immediatamente coll’apostolato della Gerarchia, a somiglianza di quegli uomini e donne che aiutavano l’apostolo Paolo nell’evangelizzazione, faticando molto per il Signore (cf Fil 4,3; Rm 16,3ss.).

Il Concilio sottolinea che:
a) Fine immediato di tali organizzazioni è il fine apostolico della chiesa, cioè l'evangelizzazione, la santificazione e la formazione cristiana delle loro coscienze in modo che riescano a permeare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti.  b) I laici, collaborando con la gerarchia secondo il modo loro proprio, portano la loro esperienza e assumono la loro responsabilità nel dirigere tali organizzazioni, nel ponderare le condizioni in cui si deve esercitare l'azione pastorale della Chiesa, e nella elaborazione ed esecuzione del piano di attività. 
c) I laici agiscono uniti come un unico corpo affinché sia meglio espressa la comunità della Chiesa e l'apostolato riesca più efficace. 
d) I laici ... agiscono sotto la superiore direzione della gerarchia la quale può sancire tale cooperazione anche per mezzo di un "mandato" esplicito.

Padre Ethel

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 12 Febbraio Sant' Antonio Cauleas

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore



Riflessione

Il vangelo di domenica scorsa ci ha mostrato Gesu' sempre vicino all' uomo sofferente, il Salvatore dell'uomo che piega tutte le forze del male, “guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni”(Mc 1,34).Il brano evangelico di oggi ci presenta uno dei tanti miracoli fatti da Gesu', la guarigione di un lebbroso. Il messaggi nascosti nella liturgia della parola odierna sono:
v  La brutta condizione di un peccatore.
v  Gesu' e' il medico del corpo e dell'anima.
v  E la figura e persona del sacerdote visto negli occhi di Dio. 
Il libro del Levitico ci ha descritto la miseria e la vita triste del lebbroso “porterà vesti strappate e capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: impuro! Impuro!...ne' sarà  solo, abiterà  fuori dell' accampamento”(levitico 13, 45-46).La lebbra e' un cancro della pelle contagioso, l'antico testamento parla di due guarigioni della lebbra: quella di Maria, la sorella di Mose' e quella di Naaman, il generale siro.Nella mentalità ebraica la malattia era considerato una punizione da parte di Dio per i peccati commessi. La tradizione antica testamentaria vedeva un legame tra la malattia e il peccato, l'episodio del cieco nato ci illustra bene questa mentalità ebraica che considera la malattia come punizione, “e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”(Gv. 9,1-41) Per Gesu' la malattia non e' una punizione ma può essere la conseguenza del peccato per esempio chi fa uso di droga può fare un incidente stradale se guida. Nel nuovo testamento la lebbra può essere una malattia fisica or spirituale.Quella lebbra spirituale ciò il peccato e' il più grave perché “affligge e uccide l'anima”. La lebbra oggi può prendere nomi diversi : l'ira, la bestemmia, l'ubriachezza, sesso, l'orgoglio, la superbia, la droga e così via.
Gesu' il medico specialista del corpo e dell'anima disse ai scribi dei farisei “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”(Mc 2,17). Gesu' considera il peccato una malattia dell'anima, la scena riportato dall’ evangelista Marco avuto luogo nell' occasione della festa del perdono ove Gesu' misericordioso abbraccia i pubblicani e i peccatori che erano colpiti non fisicamente ma spiritualmente dal varie malattie. Il peccato ci ha portati a vivere come i lebbrosi della prima lettura e ci separa dall'amore e l'amicizia di Dio, ci isola tra noi. Gesu' nel vangelo guarisce un lebbroso, l'ordino' di mostrasi al sacerdote. Cosi Gesu' si mostra obbediente alla prescrizione della legge antica quando e' strumento pratico per il bene del singolo e per il bene comune. Gesu' mette in risalto la figura e l'importanza del sacerdote . Come mai, il Sommo Sacerdote e medico Specialista' guarisce un ammalato e lo mando al sacerdote per la conferma ? Si può intuire che a Gesu' e' caro la figura del sacerdote (levitico 13 e 14).                                      Dopo la sua guarigione Gesu' gli disse “Guarda di non dire niente a nessuno...” perché “il gesto dell'amore non ha bisogno della pubblicità'” Quel'uomo invece ad alta voce annunziava l'amore di Dio e lodava Dio senza paura e senza vergogna. La sua testimonianza fu forte e di conseguenza venivano a lui da ogni parte (Mc 1, 44-45).             In conclusione siamo invitati a riconoscere i benefici di Dio nella nostra vita e a ringraziarlo.

Padre Ethel

venerdì 3 febbraio 2012

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 5 Febbraio  Sant' Agata

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore


Riflessione

Carissimi,
L’ Evangelista Marco ci fa vivere con Cristo una giornata del suo ministero a Cafarnao, la città di Pietro e di Andrea. Egli annuncia il regno di Dio, guarisce i malati, caccia i demoni, tutte attività che non impediscono per nulla la sua vita di preghiera. Carissimi fratelli e sorelle, un problema per il quale cerchiamo invano una risposta valida è quello della sofferenza. Essa giunge ad essere perfino una pietra di scandalo per tutti gli uomini, sia dell'oriente che dell'occidente. per noi cristiani la sofferenza rimane un mistero che noi non pretendiamo di spiegare ma solo di illuminare con la luce del vangelo. il nostro atteggiamento di fronte alla sofferenza si conferma a quello di Cristo: perciò non sarà né di rivolta né di disperazione, ma di rassegnazione e di abbandono incondizionato nelle mani del Padre, sull'esempio di Gesù, che nella sua agonia ha pregato: "Padre, nelle tue mani affido il mio spirito". Carissimi, cerchiamo di essere più aperti alle sofferenze e ai dolori dei Nostri fratelli, per essere in mezzo a loro i testimoni della bontà di Dio. 

Padre Jean Paul