Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano è motivo di scandalo, tagliala.
+ Dal Vangelo secondo Marco Santi di oggi
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signore
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signore
Riflessione
In questa 26^ settimana incontriamo il brano tratto dal Vangelo di Marco (9,38-
43, 45, 47-48) e ne ricaviamo dei significativi insegnamenti per il nostro
cammino di fede. Noi sappiamo che, in un'epoca in cui la totalità della
popolazione era analfabeta, come del resto quasi tutti i suoi discepoli, Gesù
scelse questa forma di narrazione, che in letteratura si chiama "parabola",
perché così voleva attrarre l' attenzione dei suoi ascoltatori, in un
linguaggio alla loro portata, che trattava aspetti della loro vita reale.
Tuttavia, è un modo di parlare in metafora, in quanto dietro quelle semplici
parole si volevano far scoprire nei loro animi verità ben più profonde.
Qualcuno potrebbe dire che, forse Gesù stesso non sapesse scrivere; ma,
ricordate quel giorno che entra nella sinagoga di Cafarnao e legge un rotolo
della Legge. Chi sa leggere sa anche scrivere, ma Gesù voleva farsi capire,
spiegava ai suoi discepoli, li sentiva perplessi ed incerti; ma egli non si
sottraeva neanche alle loro critiche. Questa volta Gesù manda alcuni suoi
discepoli a diffondere il suo messaggio, a parlare di lui. E' un anticipo della
missione profetica della Sua Chiesa.
Al loro ritorno, sentite cosa accade: Giovanni stesso il discepolo preferito
ed anche il più giovane gli riferisce che essi avevano incontrato una persona
che agiva in suo nome. Dice Giovanni: "... volevamo impedirglielo perché non ci
seguiva". Capite? Non li seguiva, non era dei loro e, pertanto, come si
permetteva di scacciare i demoni in nome di Gesù. Anche nel brano biblico di
oggi (Nm. 11, 25-29) avviene la stessa cosa.
Ecco, questo è il centro del discorso di Gesù. Noi sentiamo parlare di "cerchi
magici", vale a dire di ambienti sociali politici, ecc. che si creano intorno
ad un'idea, ad un uomo. Chi è nel cerchio magico è importante, gli altri non
contano.
Noi siamo i migliori, i padroni, sappiamo qual è la verità siamo ricchi e gli
altri non contano. E' la logica di cui parla l'Apostolo Giacomo quando dice,
rivolto ai ricchi, ma non solo a loro: "...avete accumulato tesori per gli
ultimi tempi".
Avete pensato solo a voi e non avete ascoltato le ragioni degli altri. Non
sono solo i ricchi a comportarsi così, sapete?
Ma il cristiano non può ignorare anche le ragioni degli altri, anche altri
uomini possono insegnarci qualcosa e noi non li dobbiamo disprezzare. Dobbiamo
cercare di dialogare con loro. Lo sappiamo che spesso questo dialogo pare
impossibile da raggiungere. Pensate, ad esempio, quanto faticoso, spesso
sconfortante è cercare un punto di contatto con l' Islam, specialmente quando
alcuni di loro assumono atteggiamenti di fondamentalismo religioso. Questo, noi
cristiani lo dobbiamo evitare: rifiutare il confronto con il prossimo. Dobbiamo
ritenerci e riconoscerci nella verità che il Signore ci ha rivelato, ma non
chiuderci, perché chi non agisce contro di lui, agisce in fondo per lui.
C'è un altro aspetto che Gesù pone alla nostra attenzione. Egli ritorna sulla
questione dei piccoli, dei deboli. Chi sono questi "piccoli" questi "deboli".
Non sono dei reietti, degli uomini inferiori. Essi sono le persone semplici, da
molti considerate povere d'ingegno, di cultura: mentre i "deboli" sono anche
coloro che hanno bisogno del nostro conforto spirituale, materiale. Essi hanno
bisogno di essere sentiti e su di essi non si debbono assumere atteggiamenti di
superiorità. Sarebbe una delle forme di violenza che Gesù condanna con tutte le
sue forze, poiché anche il gesto più piccolo può evitarci di cadere nella sua
condanna più dura.
43, 45, 47-48) e ne ricaviamo dei significativi insegnamenti per il nostro
cammino di fede. Noi sappiamo che, in un'epoca in cui la totalità della
popolazione era analfabeta, come del resto quasi tutti i suoi discepoli, Gesù
scelse questa forma di narrazione, che in letteratura si chiama "parabola",
perché così voleva attrarre l' attenzione dei suoi ascoltatori, in un
linguaggio alla loro portata, che trattava aspetti della loro vita reale.
Tuttavia, è un modo di parlare in metafora, in quanto dietro quelle semplici
parole si volevano far scoprire nei loro animi verità ben più profonde.
Qualcuno potrebbe dire che, forse Gesù stesso non sapesse scrivere; ma,
ricordate quel giorno che entra nella sinagoga di Cafarnao e legge un rotolo
della Legge. Chi sa leggere sa anche scrivere, ma Gesù voleva farsi capire,
spiegava ai suoi discepoli, li sentiva perplessi ed incerti; ma egli non si
sottraeva neanche alle loro critiche. Questa volta Gesù manda alcuni suoi
discepoli a diffondere il suo messaggio, a parlare di lui. E' un anticipo della
missione profetica della Sua Chiesa.
Al loro ritorno, sentite cosa accade: Giovanni stesso il discepolo preferito
ed anche il più giovane gli riferisce che essi avevano incontrato una persona
che agiva in suo nome. Dice Giovanni: "... volevamo impedirglielo perché non ci
seguiva". Capite? Non li seguiva, non era dei loro e, pertanto, come si
permetteva di scacciare i demoni in nome di Gesù. Anche nel brano biblico di
oggi (Nm. 11, 25-29) avviene la stessa cosa.
Ecco, questo è il centro del discorso di Gesù. Noi sentiamo parlare di "cerchi
magici", vale a dire di ambienti sociali politici, ecc. che si creano intorno
ad un'idea, ad un uomo. Chi è nel cerchio magico è importante, gli altri non
contano.
Noi siamo i migliori, i padroni, sappiamo qual è la verità siamo ricchi e gli
altri non contano. E' la logica di cui parla l'Apostolo Giacomo quando dice,
rivolto ai ricchi, ma non solo a loro: "...avete accumulato tesori per gli
ultimi tempi".
Avete pensato solo a voi e non avete ascoltato le ragioni degli altri. Non
sono solo i ricchi a comportarsi così, sapete?
Ma il cristiano non può ignorare anche le ragioni degli altri, anche altri
uomini possono insegnarci qualcosa e noi non li dobbiamo disprezzare. Dobbiamo
cercare di dialogare con loro. Lo sappiamo che spesso questo dialogo pare
impossibile da raggiungere. Pensate, ad esempio, quanto faticoso, spesso
sconfortante è cercare un punto di contatto con l' Islam, specialmente quando
alcuni di loro assumono atteggiamenti di fondamentalismo religioso. Questo, noi
cristiani lo dobbiamo evitare: rifiutare il confronto con il prossimo. Dobbiamo
ritenerci e riconoscerci nella verità che il Signore ci ha rivelato, ma non
chiuderci, perché chi non agisce contro di lui, agisce in fondo per lui.
C'è un altro aspetto che Gesù pone alla nostra attenzione. Egli ritorna sulla
questione dei piccoli, dei deboli. Chi sono questi "piccoli" questi "deboli".
Non sono dei reietti, degli uomini inferiori. Essi sono le persone semplici, da
molti considerate povere d'ingegno, di cultura: mentre i "deboli" sono anche
coloro che hanno bisogno del nostro conforto spirituale, materiale. Essi hanno
bisogno di essere sentiti e su di essi non si debbono assumere atteggiamenti di
superiorità. Sarebbe una delle forme di violenza che Gesù condanna con tutte le
sue forze, poiché anche il gesto più piccolo può evitarci di cadere nella sua
condanna più dura.
Don Roberto.