Vendi quello che hai e seguimi
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Parola del Signore
Riflessione
Carissimi fratelli e sorelle, la liturgia di oggi ci presenta l'importanza della Sapienza e della Parola di Dio nella scelta di vita eterna. La prima lettura parla della Sapienza e lo scrittore dice che al confronto della Sapienza stimai nulla la ricchezza. “La parola «sapienza», intesa come dono dello Spirito Santo, deriva il suo significato dal termine latino «sapere», che vorrebbe dire: «dare sapore» alle diverse realtà della vita in cui siamo immersi e di cui siamo parte, quindi è il dono che aiuta il credente a dare gusto alla sua vita, a cercare un senso soddisfacente alla sua identità di uomo/donna e di cristiano. ”La Sapienza ci illumina nella vita terrena a scegliere e a preferire non la ricchezza e le cose mondane ma Iddio e la vita eterna, e ci permette di comprendere le realtà soprannaturali. Il catechismo ci insegna che la Sapienza è un dono col quale noi alzando la mente da queste cose terrene e fragili, contempliamo le eterne, cioè l'eterna Verità che è Dio, gustando e amando Lui, nella quale consiste ogni nostro bene. L'opposto di Sapienza e la stoltezza.
Per essere Sapiente bisogna nutrirsi della parola di Dio, di fronte cui tutto è nudo come hanno fatto i santi. Pensando del giovane ricco del vangelo d'oggi che Luca ha descritto come “un dottore della legge”, per Matteo è “un giovane ricco” per Marco “un tale” mi viene a pensare e paragonarlo con San Francesco d'Assisi che sapientemente rinunciò la ricchezza per la seguirla di Cristo e per ottenere la vita eterna.
Il giovane visto passare Gesù li va incontro di corsa e lo pone la domanda fondamentale che riguarda l'ultimo destino suo: Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? E Gesù lo chiede di osservare i comandamenti. Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: « Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi! A lui mancava non solo la sapienza ma anche l'amore di Dio e del prossimo. Alla domanda del fariseo: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?», gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. (Mt 22,26-29) Infatti i dieci comandamenti divisa in due parlano dell'amore verso Dio e verso il prossimo.
All'invito di Gesù il giovane si è ritirato indietro con volto triste. Il giovane triste si è ritirato indietro per una doppia delusione, la paura di perdere i beni materiali e il tesoro in Cielo. Era troppo attaccato ai beni terreni nei quali ha posto la sua sicurezza. Una delle condizioni per la seguirla di Cristo è il distacco totale dalle cose materiali, ( soldi, casa, marito, moglie, famiglia, campi ecc.) tale distacco può essere visto come preferenza di Gesù e adesione completo a Lui. “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.” (Lc 14,33)
Non viviamo nell'illusione di essere giusto o salvato perché abbiamo la capacità naturale di adempire tutti i comandamenti!!! Non dobbiamo essere presuntuosi perché siamo religiosi e moralisti. L'uomo si salva per la fede. La giustificazione dell'uomo viene dalla grazie di Dio e non dalla capacità umana di osservare i dieci comandamenti. Questa è il messaggio centrale del vangelo d'oggi. Credere o pensare di essere salvato in merito della legge o i propri impegni umani è farisaica. Nella preghiera del fariseo e del pubblicano nel tempio, il fariseo che s' inganna da solo perché pretende di essere giusto, quindi di essere innocente, e già salvato a forza dalla legge disse: "Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo" (Lc18,12). Il fariseo era sincera nelle elenco delle cose che riesce a fare come il giovane del vangelo di oggi ma alla fine torna a casa non giustificato mentre il pubblicano che batte suo petto e prega: “Signore abbi pietà di me peccatore”, torna a casa giustificato.“Gesù afferma nel vangelo che per entrare nella vita è necessario osservare i comandamenti. E' necessario, ma non sufficiente!”
Dopo che il giovane ricco ha voltato le spalle a Gesù, Gesù disse “quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!... È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Che paragone! A tali parole di Gesù i discepoli erano rimasti mali. E' dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?», ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio. I discepoli non erano ancora disabituati alla mentalità del Vecchio Testamento che riteneva i ricci benedetti ecco perché confusi “dicevano tra loro:E chi può essere salvato?” Qui vediamo l'inizio di ciò che noi oggi conosciamo come "prosperity gospel,"cioè il vangelo della prosperità, predicato in alcune chiese pentecostali che è la convinzione che la ricchezza è un segno di benedizione e di approvazione di Dio mentre la povertà e le difficoltà sono segno della disapprovazione divina e punizione. Il vangelo di Gesù contesta il vangelo della prosperità, come si vede nella storia del Vangelo di oggi, la povertà e l'amore di Dio può andare di pari passo. In realtà, la povertà volontaria può essere un modo di rispondere all'amore di Dio. Il Vangelo della prosperità non è altro che il materialismo in abito religioso. Il materialismo è la convinzione che la vita senza ricchezza è priva di senso. Il giovane ricco era un credente materialista. La nostra preghiera oggi è che Dio ci aiuta a fuggire il materialismo in tutte le sue forme. Perché "Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la propria vita?" (Marco 8:36)
Infine Pietro a nome degli Apostoli, ricorda al Maestro: «Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (Mc 10,28), voleva dire: che beneficio otterremo da tutto questo? “La promessa del Signore è generosa; «già al presente cento volte (...) e nel futuro la vita eterna» (Mc 10,30) ”. Lui non si lascia vincere in generosità, però aggiunge: “Con persecuzioni”. Gesù è realista e non vuole ingannarci. Essere Suoi discepoli, se lo siamo veramente, ci porterà difficoltà, problemi. Gesù considera le persecuzioni e le difficoltà come un premio, giacché ci aiutano a crescere, se le sappiamo accettare e vivere come un’occasione per guadagnare in maturità e in responsabilità. Tutto quello che è motivo di sacrificio ci fa rassomigliare a Gesù che ci salva con la sua morte sulla Croce... Per molti, lasciare “casa, fratelli, sorelle, madre, padre...”vorrà dire tutto quello che ci impediva di vivere in profondità l’amicizia verso Gesù e, conseguentemente, essere Suoi testimoni di fronte al mondo. E questo è urgente, non ti sembra? (Rev. D. Jordi SOTORRA).