sabato 29 giugno 2013

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C


Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque Tu vada

+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi


Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore

Omelia


Il Vangelo oggi ci mette davanti alle figure delle persone chiamate da Gesù alla Sua seguirla e le reazioni di tali persone alla chiamata di Dio. In altre parole, Gesù li chiamò a "diventare il portavoce, la bocca di Dio"(il cammino, Giungo 2013, p.141) ma nessuno di loro era pronta a seguirlo subito. Mentre Gesù andava verso la fine della sua vita terrena a Gerusalemme, un signore sente che Gesù lo sta chiamando e dissero a Gesù, "ti seguirò dovunque tu vada". Dalla risposta di Gesù a questa persona, "le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi ma il Figlio del uomo non ha dove posare il capo" si può intuire che era impedito a seguire Gesù a causa del suo attaccamento alla sua casa. Essere discepolo fine a spogliarsi delle cose mondane non è oggi facile. La comodità della casa: il televisore, il video, il telefono, il telegiornale possano essere motivi per non dire si alla chiamata di Dio che nell'intimo del cuore ispira ad andare alla santa messa domenicale. L'amore e attaccamento alla propria famiglia, ai genitori, figli, moglie, marito, fidanzato, parenti più probabilmente ci può bloccare e impedire a rispondere alla voce divina.
Ogni chiamata richiede la giusta obbedienza di fede e la fedeltà. "Il discepolo non ha diritto di porre condizione e di fissare i tempi per la realizzazione della chiamata. Non c'è risposta alla chiamata in chi fissa presupposti, fa calcoli, detta condizioni".
 Gesù ancora chiama tutti gli uomini alla salvezza ma quanti sentono Sua voce? Quante persone diano risposta dovuta alla vocazione cristiana? Si sente dire oggi non ci vado più in chiesa, non ci credo più in Dio perché ha tolto la  vita del mio figlio o della mia moglie? Il male, i dispiaceri, gli ostacoli della vita oscura la mente umana e non aiuta umano a dare risposta alla sua vocazione.
Ogni chiamata è un dono. Dio non chiama i santi ma i peccatori come evidenzia la sacra scrittura per salvarli. Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamata da Dio"(Ebrei 5,4).




domenica 23 giugno 2013

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C


 Lc 9, 18-24

Tu sei il Cristo di Dio. - Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire.

Dal vangelo secondo Luca  Santi di oggi

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Parola del Signore

Omelia

Questa domenica la liturgia della parola ci parla della sofferenza e morte di Gesù e ci vuole fa riflettere sull'identikit di Cristo. Infatti, la domanda,"voi chi dite che io sia?" è al centro della odierna liturgia. E qualcuno giustamente dice che "dalla risposta che diamo a questa domanda, infatti, si decide la nostra vita cristiana: un'abitudine che trasciniamo avanti, una tradizione familiare a cui non abbiamo mai pensato troppo, un'assicurazione contro gli imprevisti che potrebbero esserci dopo la morte e di cui abbiamo paura, o l'incontro personale con una persona viva: Gesù Cristo".
La domanda di Gesù è sempre attuale. What sort of man is Jesus? Cioè, Che tipo di uomo è Gesù, domandava un cantante di musica gospel? Chi è Gesù per te? Chi è Gesù per l'uomo di oggi e per i cristiani di oggi? Ritirato nella regione di Cesarea di Filippo, pochi chilometri a Nord del lago di Tiberiade e in disparte nel momento in cui si era diffusa la Sua popolarità a causa dei Suoi tanti miracoli. Gesù volendo sapere se la gente ha capito chi è, fa un sondaggio dell'opinione della folla prima e poi domandò i discepoli sulla Sua identità. La domanda di Gesù sulla Sua identità è ancora attuale oggi: “La gente chi dice che io sia?...voi chi dite che io sia?” Uno dopo l'altro quasi in gara “essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti”.(Mc 8,28) “Ci potrà anche succedere che il nostro pensiero su Cristo non corrisponda realmente alla sua identità, cosi come Pietro non vorrebbe sentirlo parlare di sofferenza e di morte”(Tiberio Cantaboni)
Non soddisfatto per niente delle chiacchiere della gente, all'improvviso pone la domanda ai Suoi “ma voi chi dite che io sia? Dopo un momento di silenzio Pietro risponde, “tu sei il Cristo”. Pietro nel sesto capitolo del vangelo di Giovanni ci ha rivelato anche l'identità di Gesù in una delle sue professioni di fede più profondo, “tu sei il Santo di Dio”.  Chi è Cristo per te? Quale immagine di Cristo ha la chiesa d'oggi? Pietro in poche parole grazie all'illuminazione che viene dall'alto ci ha rivelato la vera identità di Cristo, in seguito Gesù stesso ha rivelato ad altri la Sua immagine  con espressioni belle: 
“Io Sono la Luce del mondo”, “Io Sono il pane vivo”, “Io Sono la vera vite”, “Io Sono la pietra angolare”, "Sono la risurrezione e la vita", "Sono il Buon Pastore".
Gesù è un profeta potente in parole e opere che stupisce l’umanità con il suo insegnamento fatto con autorità. E’ colui che ci spiega una dottrina nuova non come gli scribi, che riportavano le spiegazioni dei loro maestri, e niente dì proprio. E’ il maestro dei maestri e il liberatore dell’uomo che piega le forze del male. Gesù è il vincitore del male salvatore dell’uomo. Lo spirito impuro tremando davanti alla sua santità, divinità  e maestà lo confessa “Gesù nazareno” e “il santo dì Dio”. Gli spiritacci nel vangelo svelano la sua vera identità. L'indemoniato dì Gerasa gli va incontro urlando a gran voce disse: che hai te in comune con me, Gesù figlio del Dio altissimo? (marco 5,1-20). Gesù è il giudice giusto come rende evidente il perdono della donna peccatrice. Gesù è la verità di Dio che non diceva quando parlava, "forse" o "secondo me" o 'mi pare' ed accoglieva tutti, i ricci e i poveri, uomini e donne, bambini, giovani e anziani, santi e peccatori. Sa parlare con tutti e a tutti anche solo con i Suoi sguardi. E' un uomo di dolore come descrive la prima lettura.
Quante immagini false di Dio ci sono  oggi in giro? Gli uomini hanno prodotto secondo il loro piacimento e comodità false immagini di Dio, anche la società ha prodotto tante false immagini. Per distruggere quelle non vere, occorre accostarci al Vangelo, perché leggendo il Vangelo che è la rivelazione del volto di Dio possiamo, come Pietro, rispondere con certezza alla domanda "chi dite che io sia?".
Dopo la rivelazione di Gesù come Messia per bocca di Pietro, Gesù annuncia il valore salvifico della Sua sofferenza e morte in croce e ci invita rinnegare noi stessi e di prendere la nostra croce a seguirlo. Una domanda sempre attuale che non trova mai una risposta è:  perché il dolore dell'innocente? Quante volte abbiamo sentito le accuse contro Gesù a causa del dolore umano? Quante bestemmie di fronte alla sofferenza? Dio non è per niente la causa del male. La logica della croce e sofferenza è il paradosso cristiano ed è assurdo per la ragione umana ma sapientissima per chi si salva. La coerenza è sempre pesante ma può anche essere salvifica se la portiamo dietro a Gesù ogni giorno.
L'apostolo Giacomo disse ,“Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.” (Gc 1,2-4)
l'apostolo ci chiede di soffrire con gioia perché il cristiano come il Servo sofferente è sempre vittorioso e le prove non sono più una sconfitta nel piano di Dio ma una via che porta alla salvezza.
S. Paolo esprime il motivo di gioia nella sofferenza più chiara, “sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.”(Col 1,24)
Non scoraggiamoci nelle difficoltà, nelle malattia, anzi dobbiamo avere fiducia in Dio perché dietro ogni croce portata e affidata a Dio c'è la gloria. "La sofferenza, offerta volontariamente al Signore come sacrificio, secondo le intenzioni di chi la offre, ha un grandissimo valore espiativo per se stessi e per il prossimo" . "Cari figli, in questi giorni, mentre festeggiate la Croce, desidero che anche per voi la vostra croce diventi gioia. In modo particolare, cari figli, pregate per poter accettare la malattia e le sofferenze con amore, come le ha accettate Gesù. Soltanto così potrò, con gioia, darvi le Grazie e le guarigioni che Gesù mi permette. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". (messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje l'11 Settembre 1986).





sabato 22 giugno 2013

Sacramento della Confermazione

Questa sera, nella S. Messa delle ore 17.00, ci saranno le Cresime vogliamo augurare a questi ragazzi un cammino cristiano lungo e sereno.
Facciamo gli auguri a:

BURRATTI FRANCESCA
CAGNONI FRANCESCO
CHIRICHILLI MICHELE
COCCI MARIKA
COCCI NOEMI
FEROLETO FEDERICA
FERRARIO ISAIA
FERRARIO TOMMASO
GAGGIOTTI GIORGIA
GAMBERINI FRANCESCA
GENTILE ELISA
GIOVARELLI MARIA CRISTINA
GROSSI ALESSIA
MACALE ANDREA
MONTANARO ARIANNA
NATILI ANDREA
PIROLI EMANUELA
RAPANOTTI CHIARA
ROSSI FEDERICA
SCIAMANNA LAURA
SCINTU ERIKA
ROCCHETTI PAOLO
CIFALDI GIULIO




domenica 16 giugno 2013

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C


Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato

+ Dal Vangelo secondo Luca   Santi di oggi

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Parola del Signore.


Omelia

La liturgia della parola questa domenica ci presenta il 'cuore' dell'annuncio evangelico di Gesù: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". E il messaggio di oggi è che Dio ci perdona e ci vuole perdonare come ha fatto con Davide e la donna peccatrice ma per ricevere il Suo perdono bisogna che l'uomo entra in un rapporto personale con Gesù. Tale rapporto avviene solo se l'uomo si accusa dei suoi peccati con umiltà e accetta l'amore gratuito di Dio che salva.
Dio è l'amore che perdona e vuole salvare tutti gli uomini, questo è il consolante annuncio che la parola di Dio ci rivela oggi. La prima lettura e l'evangelo ci offrono due prove dell'amore salvifico di Dio:

Il perdono offerto da Dio a Davide; omicida e adultero.
E il perdono offerto da Gesù alla donna peccatrice.

In entrambi i casi hanno avuto il perdono solo con l'umile e franca confessione delle loro colpe ecco perché dice San Paolo “nessun uomo non è giustificato per i suoi meriti ma per la fede in Gesù Cristo”.  “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità." (1 Gv. 1,9),  "Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato".(Sal 32,5)

Non so se vi è capitato di sentire le persone che dicono di non avere peccati? Il pensiero di non avere peccato è comune oggi tra gli uomini. Incontriamo oggi in chiesa, a casa, nel luogo di lavoro… persone che hanno perso il senso di peccato e la parola di Dio dice," Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi"(1 Gv.1,8-10) La Regina della Pace sa che oggi tanti persone vivano nell'inganno di essere innocenti e salvati senza niente merito e dice con amore " bisogna esortare la gente a confessarsi ogni mese, soprattutto il primo venerdì o il primo sabato del mese … La confessione mensile sarà una medicina per la Chiesa d'occidente. Se i fedeli si confesseranno una volta al mese, presto intere regioni potranno essere guarite. Messaggio del 6 agosto 1982 Il cielo lo sa benissimo che l'uomo pecca e l'accecati perche privo di fede e di grazia non vede il suo peccati e lo nega!
Siamo tutti un po’ come Davide e il fariseo del vangelo perché vediamo i peccati e le mancanze degli altri che spesso con facilità giudichiamo e condanniamo, nascondendo i nostri peccati ci sentiamo giusti. Dice Gesù, "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello"( Mt.7,3-5). "Il profeta Natan per fa capire Re Davide i suoi peccati lo racconta una parabola. "«Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall'uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell'uomo povero e la servì all'uomo che era venuto da lui». Davide si adirò contro quell'uomo e disse a Natan: « Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata ». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo!" ( 2 Sam 12,1-7) E Davide pentì e pianse amaramente per i suoi peccati: adulterio con Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Ittita e l'uccisione di Uria. Confessò Davide dicendo" ho peccato contro il Signore!"
Il Vangelo ci presenta la vita di una peccatrice pentita. La prostituta forse conosciuta nella zona compia un gesto di amore e di ringraziamento a Gesù durante il banchetto a casa di Simone perché perdonata. E la gente chiacchierò. Questa donna rinata a vita nuova vive non più nei peccati del passato perché Gesù la ha resa libera e pura e gli uomini  non si rendono conto della sua vita nuova in Cristo. Per i commensali contano niente i segni tangibili del pentimento della donna: il pianto, le lacrime, asciugare i piedi di Gesù bagnati delle sue lacrime con i suoi capelli e profumare i piedi di Gesù.  Gesù la disse " i tuoi peccati sono perdonati … La tua fede ti ha salvata; va in pace" e ai commensali " sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato"







domenica 9 giugno 2013

X DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO C


Ragazzo, dico a te, alzati!

+ Dal Vangelo secondo Luca   Santi di oggi

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Parola del Signore

Omelia 

La prima lettura e l'evangelo hanno in comune la realtà della resurrezione. La dottrina della resurrezione è centrale nel messaggio cristiano ma sfortunatamente, oggi, viene messo in dubbio anche da tanti cristiani. Nell'undecimo articolo del credo noi professiamo la risurrezione della carne. Quest'articolo del credo c'insegna che tutti gli uomini risusciteranno, ripigliando ogni anima il corpo che ebbe in questa vita.
(Catechismo Maggiore promulgato da S. Pio X). Il mondo secolarizzato di oggi che pensa nei termini materiali afferma che la vita umana finisce nella tomba e nel mondo cristiano si nota una nuova corrente di pensiero non compatibile con la vera fede cristiana, io descrivo questo pensiero come 'fede fai da te .' Tale fede mescola le dottrine pagane e delle religioni orientali al CREDO  cristiano, ecco perché alcuni che si dicono cristiani pur recitando il credo accettano anche le dottrine come  reincarnazione e trasmigrazione. Con la resurrezione dei giovani oggi la liturgia odierna ci manda un messaggio fortissimo che la vita dopo la vita è una nuova vita e non è una semplice rianimazione del corpo.
Il miracolo di oggi operato da Gesù a Nain resuscitando il figlio di una povera vedova è segno che Gesù è la resurrezione e la vita come attesta la Sua stessa resurrezione. E' interessante come avvenne questo miracolo, vendendo la sofferenza della vedova e la gente che piangeva Gesù fu presso da grande compassione per lei e le disse:
"non piangere… poi disse: ragazzo, dico a te alzati!".  Dio Figlio si commuove, ha compassione dell'uomo, anche alla morte del Suo amico Lazzaro, Gesù commosso pianse alla sua tomba e la gente disse "vedi come lo amava"(Gv. 11,33).  Gesù si commuove sempre di noi nella sofferenza della vita soprattutto quando ci siamo lasciati prendere dalla paura della morte e ci dice non abbiate paura, io sono la resurrezione e la vita, non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.(Giovanni 14,1-6)
Ci consola e illumina la promessa di Gesù citato sopra. E Paolo afferma con chiarezza Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto!  Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se, infatti, i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come, infatti, in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario, infatti, che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti".(1 cor 15, 12-28)


domenica 2 giugno 2013

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO


Tutti mangiarono a sazietà 

+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Parola del Signore

Omelia
IL CORPO E SANGUE DI CRISTO

La liturgia della parola ci fa riflettere sul Corpo e Sangue di Gesù, sacrificio vivo e vero della nuova ed eterna alleanza. Facciamo memoria di un grande dono nel quale si perpetua il sacrificio e la glorificazione di Gesù sulla croce. L'ultima cena nel cenacolo anticipa sacramentalmente il sacrificio della croce di Gesù. Prendendo il pane Gesù disse “questo è il mio corpo” e prendendo il vino disse “questo è il mio sangue versato per voi per la remissione dei vostri peccati, fatte questo in memoria di me”.La Santa Messa allora ci fa vivere ora il sacrificio del nuovo ed eterna alleanza. San Paolo a proposito di questo scrisse “ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo di questo calice, celebriamo la morte del Signore in attesa del Sua venuta”(1 Cor 11,26). Allora chi dubita ancora la Sua presenza reale nell'Eucaristia?
Il capitolo sesto del vangelo di Giovanni sopranominato il capitolo della 'promessa di vita eterna' ci riporta alla fede voluta da Gesu nei suoi fedeli, parlando di un pane celeste distinto dal nutrimento materiale. Il discorso di Gesù nella sinagoga di Carfarnao si fa più preciso e completo. Gesù qui si è presentato come “pane vivo disceso dal cielo”; poi passa a un' altra rivelazione che ha fatto meravigliare i suoi ascoltatori di Carfarnao e che ci fa meravigliare oggi, “la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda;...chi mangia di questo pane vivrà in eterno”. Gesù dunque afferma ancora la verità della sua presenza reale nel suo corpo, sangue, anima e divinità. Sarà per questo che la Regina della Pace disse “voi non capirete mai la profondità dell'Amore divino lasciato nell'Eucaristia. Non si ringrazierà mai abbastanza Dio per l'immenso dono dell' Eucaristia”. Nel capitolo già riportato sopra Gesù disse “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo...In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me ed io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Non si fa la santa comunione perchè non si sa chi si va a ricevere: qualcuno mi disse un giorno “padre non faccio la comunione da 20 anni', e la dissero cosa è l'eucaristia? Quale merito godiamo facendo la comunione? Cos' è l'eucaristia? Questa ultima è la domanda centrale di oggi..
Che meraviglia! La santa messa è la preghiera più bella, più forte che esiste sulla terra perchè è Gesù che si dona. Sono Gesù e il Sacerdote, le vittime del sacrificio              ( l'offerta). Siamo davanti a un mistero – Gesù che s'incarna al Suo santo altare quando il sacerdote in persona di Cristo pone le mani sul pane e sul vino invocando Lo Spirito Santo e con la preghiera consacratoria stessa di Gesù “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. Nella celebrazione Eucaristica avviene ciò che è venuto all'inizio della storia della nostra salvezza quando Lo Spirito Santo ha plasmato Gesù nel grembo verginale di Maria – l'incarnazione.
L'esperienza della chiesa primitiva ci fa capire che è la chiesa che fa l'eucaristia e l'Eucaristia fa la chiesa. Senza l'Eucaristia non c'è la chiesa. C'è chi non fa la Santa Comunione quando ascolta la Santa Messa e c'è chi ascolta la Santa Messa occasionalmente e come abitudine perchè non sa che l'Eucaristia fa la chiesa. 
I primi cristianiErano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e
semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.”(Atti 2,42-47) La prima comunità dei cristiani aveva capito bene il senso dell'eucaristia che è il rinnovamento, il rivivere l'alleanza del nuovo patto che cancella tutti i peccati del mondo.
Lo sai che nella celebrazione Eucaristica il cielo abbraccia la terra, la divinità si unisce all' umanità e gli angeli e gli uomini si uniscono in adorazione.
Lo sai che il pane del cielo ha il capacità di sconfiggere la morte, di riparare il peccati dei vivi e dei morti.
Lo sai che “non solo di pane vive l'uomo” come il cibo materiale è nutrimento e sostegno per il corpo cosi, l'eucaristia, è nutrimento e sostegno per l'anima tua.
Lo sai che come il pesce del mare non può vivere senza acqua, come il fiore si secca senza acqua, cosi l'anima, lo Spirito dell'uomo non può sopravvivere senza l'Eucaristia che Gesù pane della vita.
Lo sai che con l'eucaristia alimento spirituale succede il processo contrario dell'alimentazione materiale. Non è Gesù che si trasforma a noi, ma siamo noi che lo mangiamo che ci trasformiamo per Sua grazia e ci uniamo spiritualmente a Lui, siamo elevati a Lui siamo divinizzati.
Concludo con le parole dell'apostolo Paolo “ Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta, infatti, che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoniti, per non essere condannati insieme con il mondo.”(1 Cor 11,27-33). 'Esamini se stesso' vuol dire, confessatevi, ma qualcuno pensa di essere senza peccato per cui non si confessa da anni e fa la comunione nel peccato. “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.”(1 Gv 1,8-10).