domenica 30 dicembre 2012

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

Lc 2,41-52

Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.

+ Dal Vangelo secondo Luca   Santi di oggi

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Parola del Signore


Riflessione


Oggi è la prima domenica dopo la solennità del Santo Natale e la chiesa celebra e fa la festa della Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Gesù per salvare l’umanità ha voluto venirci incontro facendo parte di una famiglia umana, nato dalla Vergine  Maria, sposa dell’uomo giusto Giuseppe. Gesù ha vissuto tutta la Sua vita terrena eccetto gli ultimi tre anni della Sua trentatre anni di vita in questa famiglia, nel piccolo paese di Nazaret di Galilea. La Sua scelta di essere nato nella famiglia umana, il fatto che Egli ha fatto il Suo primo miracolo durante le nozze di Cana e che abbia proclamato l’indissolubilità del matrimonio ci indicano il valore della famiglia umana.
Le  note caratteristiche della Santa Famiglia di Nazaret sono:
1.      Rispetto reciproco: Maria disse “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro”. Anche nelle incomprensione i genitori di Gesù senza l’insulti, senza alzare la voce hanno fatto capire il loro dolore e Gesù “Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso”. Gesù sottomesso ai genitori dà una forte testimonianza ai quarto comandamento. “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” disse Gesù ai suoi genitori.  “ Il vangelo ci rivela il segreto fondamentale di ogni educazione: Gesù era sottomesso ai suoi genitori perché i suoi genitori erano sottomessi a Dio”.(Don Cesti Giovanni)
2.      Corresponsabilità: Maria e Giuseppe si sono mostrati genitori responsabili. Insieme “fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme”. La corresponsabilità dei genitori è nutrito dall’amore per il figlio.
3.      La croce: ogni famiglia porta la sua croce come pure la Sacra Famiglia. Maria e Giuseppe hanno cercato il fanciullo “dopo tre giorni lo trovarono nel tempio”.
4.      L’educazione del Figlio: “I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa,” e portarono con se Gesù.  L’educazione non è solo quella intellettuale, include anche l’educazione religiosa. In questa ultima mancano tanti genitori anche perché essi non sono preparati religiosamente e spiritualmente. Quanti genitori portano i figli in chiesa oggi alla santa messa domenicale? I più piccoli non sono più abituati alla vita della Chiesa perché i genitori hanno mancato qui. Sentono strani in chiesa!!! Ecco perché la chiesa è vuota oggi.
Oggi viviamo in un mondo che cambia, un mondo più che mai in crisi. Ma se vogliamo salvare la famiglia umana dobbiamo apprendere bene gli insegnamenti e l’esempio di Gesù. La famiglia è il primo luogo dove i piccoli sperimentano l’amore e l’educazione. E’ una piccola chiesa, il più piccolo nucleo della comunità Cristiana dove si condivide tutto: amore, fede, speranza, gioia.
Sfortunatamente la famiglia umana e cristiana è attaccata dalla malattia grave di questo secolo che il divorzio. Il Concilio Vaticano II ha definito la rottura della ‘chiesa domestica’ come una piaga. Questa piaga è la conseguenza della mancanza dell’amore, di rispetto e di unità.


mercoledì 26 dicembre 2012

PRESEPI

PRESEPE VIVENTE MEDIOEVALE 

Grazie alla grande esperienza ed alla fattiva collaborazione del rione Monti
di Bracciano, in particolar modo del presidente Sandro Carradori, oltre che
alla splendida disponibilità di Amm.ne comunale, Riserva Paturale, Università
Agraria, Contrade e Pro-Loco di Canale M., Contrada Polveriera di Allumiere,
rione Vicinato di Manziana, rione Madonna delle Stuoie di Lugo di Romagna ed
altre associazione storiche indicate nella locandina, l'Ass. culturale
NOBILE CONTRADA CARRAIOLA
è lieta di presentare la prima edizione del Presepio Vivente
a Monterano in costume medievale. Nei giorni 26 dicembre, 30 dicembre e 6
gennaio dalle ore 16.30 alle ore 19.00, si rappresenterà nella cornice
natalizia una giornata tipica medievale. L'antico borgo illuminato ad hoc per
l'occasione, rivivrà così per la prima volta dei suoi antichi fasti. Speriamo
di riuscire a rendere l'evento "MAGICO" degno del luogo che lo ospita. Noi ci
stiamo mettendo il massimo.



VI INVITIAMO A VISITARE IL PRESEPE DELLA

CONTRADA CASENOVE (PRESSO L'UFFICIO TURISTICO)

CONTRADA CASTAGNO PRESSO IL VICOLO (VIA DEI MONTI) DAVANTI


LA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO NATALE

E’ terminato il Tempo di Avvento e oggi inizia il Tempo di Natale nella quale la liturgia ci fa contemplare Gesù Bambino Figlio di Dio e Figlio della Beata Vergine Maria, Vera Luce del mondo venuto sulla terra per la redenzione di tutta umanità. La solennità del Santissimo Natale celebra l’oggetto centrale della speranza  cristiana: LA SALVEZZA DELL’UMANITA’. Che Dio si è fatto uomo per salvare l’umanità intera è un motivo di tanta gioia come rivela l’evangelo. E Dio riversa ogni anno su di noi e ci fa rivivere sacramentalmente la gioia dell’incarnazione di Gesù.
Il Natale è una festa di gioia in essa si è realizzata la promessa di Dio ai Patriarchi e ai profeti. La realizzazione di questa promessa è stata possibile grazie alla fede di Maria e alla Sua collaborazione con il progetto divino. Elisabetta e Giovanni Battista nel suo grembo hanno insieme a Maria, la Madre di Gesù provato la gioia di salvezza nella prima venuta di Gesù.  Elisabetta incontrando Maria era colmata dello Spirito Santo e Giovanni nel suo grembo sussultò di gioia. Elisabetta cominciò a profetizzare, “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”.
I pastori di Betlemme dopo che hanno ricevuto la buona notizia della nascita di Gesù e dopo avere visto il Cristo tornarono a casa con tanta gioia “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto” (Lc 2,20) Anche una moltitudine dell’esercito celeste alla nascita di Gesù lodavano Dio dicendo “gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”.
Il Santo Natale è il tempo di gioia, questa gioia non è solo il tempo di stare insieme in compagnia o di mangiare e bere ma è il tempo di fare bene a qualcuno sull’esempio di Gesù Dio fatto uomo per amore dell’umanità. E’  il tempo di perdono vicendevole! E’ il tempo nella quale siamo chiamati a far sperimentare il nostro prossimo l’amore di Dio.



Si ringrazia tutti i volontari che hanno lavorato a questo prese



SANTI DI OGGI: SANTO STEFANO


pe.

lunedì 24 dicembre 2012

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA VIGILA


Oggi è nato per voi il Salvatore

+ Dal Vangelo secondo Luca    Santi di oggi

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Parola del Signore

domenica 23 dicembre 2012

VI DOMENICA DEL TEMPO AVVENTO


A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Parola del Signore

Riflessione

Questa domenica è la quarta ed l’ultima domenica di Avvento. Il Santo Natale è ormai vicino, e noi attendiamo il Signore che viene: questa attesa è l’oggetto centrale della speranza cristiana. La chiesa oggi ci spinge a volgere lo sguardo su Maria, la Madre del Verbo incarnazione, riscoprendola nell’immagine della piccolo Betlemme. Dio per bocca del profeta Michèa annuncia che dopo la purificazione dell’esilio nascerà il Messia nella città di Davide, che con la forza di Dio guiderà suo popolo alla salvezza.
Dio sceglie i percorsi della normalità e dell’umiltà. Questo è lo stile di Dio che ha fatto di un villaggio piccolo come Betlemme il centro del mondo e ha scelto una ragazzina semplice di Nazaret come madre di Dio. Maria si è messa in viaggio “va da Elisabetta non per narrare quanto Dio aveva operato in lei, ma per offrire un umile servizio, in aiuto a una gravidanza sopraggiunta in tarda età”.( il Vangelo del giorno, dicembre 20012). L’arrivo di Maria (portatrice di Cristo) a casa di Zaccaria santificò Elisabetta e Giovanni nel grembo della sua madre. “E’ la presenza in Lei (Maria) dello Spirito che fa sussultare di gioia il figlio di Elisabetta, Giovanni, destinato a preparare la via al Figlio di Dio fatto uomo. Dove c’è Maria, c’è Cristo; e dove c’è Cristo, c’è il suo Santo Spirito…”( Giovanni Paolo II, Omelia 31 maggio 2001). All’annuncio dell’angelo, Maria ha detto il suo ‘Si’ e con queste parole mostra la sua fede nella parola di Dio, “Sono la serva del Signore avvenga a me secondo la tua parola”.  E subito va in fretta a servire, va per fare il bene ma finisce a portare e a comunicare Gesù all’altri.
La persona di Maria, sua fede, il suo ‘si’, la sua maternità sono le vie scelte da Dio. Essa è la più profonda e radicale via dell’Avvento. Tramite di lei Dio viene a noi per portarci vita e gioia:
·         Dio viene come vita: Due donne, una è vergine e l’altra una donna sterile entrambi incinte in modo umanamente impossibile.
·         Dio viene come gioia: “Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto” disse Elisabetta. Maria dalla sua parte nel sul cantico esclamò “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono”. Questa gioia è la gioia di salvezza che Dio ci ha regalato nell’incarnazione del Suo Figlio Gesù. Un angelo dirà dopo ai pastori: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi, nella città di Davide, è stato generato per voi un Salvatore, che è Cristo, Signore" (Lc.2,10-11) L’evangelo non parla di altro che la gioia dell’incarnazione.
Il Santo Natale di Gesù nella grotta ci rivela la logica di Dio, il Suo modo di agire percorrendo il percorso della normalità e umiltà. T
Casa
Ti auguro piccole cose
ma che siano straordinarie per il tuo cuore.
Un amico sincero.
Un abbraccio per ogni dispiacere.
Un sorriso per ogni lacrima.
Il sollievo ad ogni dolore.
Un sogno per ogni delusione
e momenti di consolazione.
Di sapere combattere con dignità.
Di non arrenderti alla prima avversità.
Di trovare nel buio della vita
una luce accesa.
Di saper ascoltare oltre al “sentire”
Di saper guardare oltre al “vedere”
Di trovare nella disperazione
la forza di continuare.
Ti auguro di saper cogliere
la bellezza delle piccole cose
di saperle vivere
di farlo intensamente.

Auguri Speciali!
 p


domenica 16 dicembre 2012

ORARI S. MESSE


16/12/2012 – 24/12/2012: NOVENA DEL SANTO NATALE

 

ORARI S. MESSE

 

24/12/2012: ORE 17,00 S. MESSA VESPERTINA FERIALE.

                    ORE 24,00 VEGLIA DEL SANTO NATALE.

 

25/12/2012: ORE 8,00 – 11,00 – 17,00 MESSA DEL SANTO NATALE.

 

26/12/2012: S. STEFANO ORE 17,00 S. MESSA VESPERTINA.

 

27/12-30/2/2012: ORE 17,00 S. MESSE VESPERTINE.

 

31/12/2012: ORE 17,00 S. MESSA DI RINGRAZIAENTO (TE DEUM).

 

01/01/2013: ORE 8,00 – 11,00 – 17,00
CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE.

 

02/01-05/02/2013: ORE 17,00 S. MESSE VESPERTINE.

 

O6/01/2013: ORE 8,00 – 11,00 – 17,00 SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE

 

III DOMENICA DI AVVENTO


E noi che cosa dobbiamo fare?

+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore

Riflessione


Nella liturgia di oggi risuona l’invito alla gioia perché grande in mezzo a noi è il Santo di Israele. Questa terza domenica del tempo di avvento è chiamata “DOMENICA GAUDETE IN DOMINO”, (domenica di gioia). Questa gioia è reale e profonda ed è la gioia di salvezza celebrato nel Santo Natale del Nostro Salvatore Gesù Cristo. Il profeta Sofonia ci dà la motivazione di questa gioia: “Il Signore ha revocato la tua condanna”(Sofonia 3,15), per cui come dice San Paolo “non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”(Rm 8,1).
Gioiamo perché il Signore è in mezzo a noi, un Salvatore potente. Egli è Emmanuele, Dio-con-noi. Dio si è incarnato, divenendo uno di noi e  nostro fratello per la nostra redenzione. La nascita di Dio fatto uomo che celebriamo al Natale è l’inizio di una nuova storia dell’economia della nostra redenzione perché Dio stesso si è presso la nostra natura umana per salvarci.
La parola redimere vuol dire riscattare.  Nella cultura ebraica di una volta, era il parente stretto colui che riscattava il parente prigioniero per debito e aveva l’obbligo morale nel caso di persone cadute in schiavitù per debito. E pagando il debito riscattava e rendeva libero suo parente che aveva perso la sua liberta. E proprio questo che Gesù ha fatto per noi.  “I figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita … Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova”.(Ebrei 2,14-18) . Gioiamo oggi perché), “ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1 Tim. 2, 4-6),In lui abbiamo la redenzione, median­te il suo sangue, la remissione dei pecca­ti”(Ef. 1, 7) Il ricordo di quanto riportato qui sopra al Suo Santo Natale ormai vicino ci riempie di gioia oggi.
Nel vangelo odierno si è ripetuto ben tre volte “Che cosa dobbiamo fare?” Ecco, questa è la domanda più fondamentale del Tempo di Avvento. Alla predicazione di Giovanni Battista centrata sulla conversione come preparazione dell’ accoglienza di Gesù, Giovanni invita le folle all’amore del prossimo, “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Ai pubblicani che lo chiedeva il battesimo, disse: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. E ai soldati disse Giovanni: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”.  In questo tempo di attesa, Dio rivolge anche a noi le tre risposte di Giovanni Battista citate sopra. All’amore del prossimo si aggiunge anche l’esempio di Giovanni che in verità testimonia la sua umiltà e piccolezza e magnifica la grandezza di Gesù cosi: “ Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. E Gesù è il più grande esempio dell’umiltà, Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso (Filippesi 2,4-11).
“Giovanni non era stato tenero nei confronti della folla che aveva chiamato razza di vipere,  cui aveva chiesto il frutto della conversione. La folla, già presa dalle proprie difficoltà, era andata a sentire questo nuovo predicatore avendo in cuore chissà quali speranze; Giovanni stava battezzando nel Giordano proprio per la conversione”. (Don Luciano Cantini) l’avvento tempo di preparazione alla festa della natività di Gesù ormai vicino è il tempo della conversione. E i due frutti della conversione sono l’uccisione dell’egoismo, della superbia e la mancanza dell’amore del prossimo.

domenica 9 dicembre 2012

II DOMENICA DI AVVENTO


Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio


+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Parola del Signore

Riflessione

Gesù ci diceva domenica scorsa nel vangelo “vegliatevi perché non sapete in quale giorno  il Signore verrà…” e di essere pronti perché nell’ora che non immaginiamo il Figlio del uomo verrà. E Giovanni Battista oggi ci parla di conversione come modo di vegliare e di essere pronti.
La certezza della venuta del Signore polarizza tutta l’attenzione della Santa Chiesa nel tempo di avvento e questa certezza ispira la chiesa a preparare il Santo Natale con cura senza improvvisare niente.  Questa certezza che ha la chiesa che Gesù verrà a instaurare il Suo regno è un invito ad imitare la figura del Battista.
Tutta la storia e tutti i profeti infatti aspettavano la venuta del Signore e il Suo Regno. Al centro della buona novella di Gesù è l’annuncio del Suo Regno. E la Sua missione fondamentale era ed è di offrici la salvezza  eterna espressa come Regno di Dio. Gli ebrei con ansia aspettavano la venuta del Regno di Dio e non c’è nulla più grande per loro che il Regno di Dio che sarà instaurato nella Sua seconda venuta in gloria. La comunità apostolica viveva giorno e notte in attesa della seconda venuta del Signore e tanti cristiani speravano che arrivasse da un momento o l’altro il Regno di Dio. (1 Tessalonicesi 4,13-18;5)                                                                                            In questa seconda domenica di avvento la parola chiave è la conversione: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Gridava Giovanni Battista nel deserto e accorrevano a lui tutti compressi i farisei e gli saducei confessando i loro peccati.  La predicazione e figura di Giovanni Battista si è presentato a noi oggi perché né facciamo modello della nostra preparazione al santo Natale. L’invito alla  conversione predicato da G. Battista, ripetuto da Gesù e dagli Apostoli è l’unica condizione per entrare nel Regno di Dio. La vera conversione non consiste solo nel compiere semplici atti religiosi, ma in una profonda trasformazione della persona. Tale cambiamento avverrà solo quando siamo docile e obbediente a Dio.


 

sabato 8 dicembre 2012

IMMACOLATA CONCEZIONE

Lc 1,26-38

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce

+ Dal Vangelo secondo Luca   Immacolata Concezione

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

Riflessione

La chiesa ci regale questa festa Mariana nel tempo di Avvento per la nostra preparazione alla festa del Santo Natale del Signore Gesù. Questa liturgia di oggi ci invita a contemplare Maria, la PIU’ PIENA DI GRAZIA, preservata dal peccato originale e le sue conseguenze. In Maria e per mezzo di Lei Dio ha ridonato all’umanità perduta a causa di peccato la grazia originaria. Lei è divenuta la nuova Eva che obbedisce la parola di Dio.“ Maria, donna di fede. In vista del compito straordinario di essere Madre del Signore, Maria ha ricevuto da Dio il grande dono di non essere intaccata dal peccato originale, mantenendo sempre così una fede pura e salda nelle promesse”.(La Domenica, periodico religioso n. 4 – 2012)
La solennità di oggi celebra Dio che non si stanca mai dell’uomo, l’amore di Dio che non si lascia vincere dalla disobbedienza e del peccato di Adamo e Eva e dell’umanità. La dogma dell’ Immacolata concezione è una verità di fede che sostiene che la Beata Vergine Maria, per il merito di Cristo Suo Figlio chiamato il Santo d’ Israele nel Vecchio Testamento era totalmente preservata cioè libera dal peccato fin dal primo istante della Sua vita. Maria la Nuova Arca dell’ alleanza che ha portato in grembo Dio fatto uomo non poteva essere macchiata dal peccato. Anche la logica umana ci fa pensare e credere che non poteva essere schiava del peccato Colei che doveva ospitare nel proprio  grembo il Vincitore del peccato e del male.
Nella solennità dell’ Immacolata Concezione, un dono e privilegio singolare fatto a Maria e alla umanità la chiesa ci invita a imitare la fede, la speranza, l’obbedienza, la carità, le virtù e l’umiltà di Maria. Questa festa Mariana trova la sua giusta collocazione in tempo di Avvento: perché la Vergine Maria come dice la liturgia è l’aurora che preannuncia il sole di giustizia, Cristo Salvatore.
Pio IX con la Bolla ineffabilis Deus dell’ 8 dicembre 1854 ha proclamato questa verità di fede, una verità confermata dopo dalla Madonna stessa nelle apparizioni Mariane a Santa Bernadetta, un’analfabeta. Il 25 marzo 1854 durante la sedicesima apparizione, la Madonna si è presentata a Bernadetta dicendo “io sono l’immacolata Concezione”. Questa apparizione ha avuto luogo il giorno della festa dell’annunciazione.


lunedì 3 dicembre 2012

I DOMENICA DI AVVENTO


La vostra liberazione è vicina

+ Dal Vangelo secondo Luca  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Parola del Signore


Riflessione
  
Il tempo liturgico detto ordinario si è concluso domenica scorsa con la solennità di Cristo Re del universo e la liturgia della parola era escatologica ciò parlava delle ultime cose che accadranno al cosmo e all'uomo prima della seconda venuta Gesù. Oggi inizia il tempo liturgico detto “Tempo di Avvento”, che dura 4 settimane in circa e ha lo scopo di aiutarci a preparare bene la celebrazione del Santo Natale che ci ricorda la prima venuta del Signore. La parola "Avvento" significa ARRIVO o VENUTA, e riferisce alla prima venuta di Cristo nella pienezza del tempo dalla vergine Maria. Nel secondo luogo l'avvento riferisce anche alla seconda venuta di Cristo alla fine del mondo per concludere la storia del mondo e di ognuno di noi. L'avvento è caratterizzato dall'attesa: attendiamo la venuta del Signore.
Il colore liturgico d'avvento è viola. Questo colore segno di penitenza che ci fa ricordare che siamo esseri umani limitati, bisognosi della grazia e di aiuto di Dio. Come ci prepariamo in Avvento per accogliere Gesù che viene, (che s' incarna ogni giorno alla S. Messa) per diventare EMMANUELE, Dio-con-noi? Con la preghiera, frequentare il sacramento della penitenza, opera di carità, ed infine con la riconciliazione con i fratelli. Questo tempo che precede il Santo Natale è il tempo di carità e come il Natale è la celebrazione dell'amore di Dio per noi. Un'amore manifestato nella persona di Cristo ha dato se stesso sulla croce in riscatto per noi, siamo dunque chiamati a rendere visibile e toccabile l'amore di Dio-con-noi ai bisognosi. E' necessario che un fratello in Cristo bisognoso nel tempo d'Avvento e Natale comprenda che l'amore di cristo non è astratto ma concreto, grazie alla bontà di noi cristiani.
Allora diamoci da fare, perchè riceveremo ciascuno di noi la grazia dell'incarnazione nella misura in cui ci prepariamo ad accoglierlo.
La prima lettura è tratta dal libro del profeta Geremia che parla della realizzazione della promessa di Dio; “In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra”. Il profeta riferiva alla nascita di Gesù Figlio di Davide che siamo preparando a celebrare al Natale. Gesù eserciterà giudizio e la giustizia sulla terra alla fine del tempo. Questa domenica il vangelo è di Luca e ci racconta ancora delle ultime cose che accadranno sulla terra e del secondo avvento di Gesù. La parola "chiave" del vangelo è vegliare, “Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Allora, vegliare in attesa? Nessuno lo sa l'ora della Sua venuta, apparirà all'improvviso, “io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti” (Apocalisse 3:3) "Vigilate, perché non sapete né il giorno né l'ora." (Matteo 25,1-13) La parabola dei dieci vergini ci insegna come preparare e come essere in attesa in questo tempo di Avvento. Non s' improvvisa niente chi è in attesa dello sposo, non si prepara all'ultimo minuto per non fare la fine dei cinque vergini stolte e come diceva qualcuno,“la preparazione spirituale non è certo un aspetto che può essere tralasciato e soprattutto non può essere comprato o chiesto in prestito all’ultimo minuto”.

domenica 25 novembre 2012

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Tu lo dici: io sono re

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  Santi di oggi

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Parola del Signore

Riflessione

LA SOLENNITA' DEL CRISTO RE DELL'UNIVERSO

Questa XXXIV Domenica, l'ultima domenica del tempo ordinario chiude l'anno liturgico. E la chiesa ci invita a riflettere su Gesù Re della Eterna Gloria e su regno da Lui instaurato. Il popolo di Dio già nell' antico testamento aspettava perchè si compie la promessa di Dio “Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo: stabilirò per sempre la tua discendenza, ti darò un trono che duri nei secoli”.(Salmo 89) Tutta la storia dell' antico testamento infatti testimonia la fede nel Re che viene a salvare il Suo popolo ed aspettavano un re glorioso e potente. Ecco perchè quando è venuto il Re della Gloria nell'umiltà e povertà umana non Lo hanno riconosciuto come tale. Noi oggi come loro, nel pensare del regno ci viene in mente il potere fisico, la gloria e la ricchezza. Chi ha gli occhi della fede riconosce Il Re del mondo e il Suo regno già sulla terra. I magi dall'oriente si domandavano “dove è il Re dei Giudei che nato? Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adoralo”.(Mt 2,2) Pure il buon ladrone appesi sulla croce ha visto la maestà di Gesù appesi sulla croce e lo disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».(Lc 23,42-43)
“Il dialogo tra Gesù e Pilato è trasparente e sottile. Dice Pilato: dunque tu sei il “Re dei Giudei”, che ha carattere politico, e non dice “Re d'Israele” che ha carattere religioso”(Don Cesti Giovanni). Si ricorda che re Erode che ha ucciso i bambini innocenti cercava di uccidere il Bambino Gesù perchè pensava come gli altri che il regno di Gesù forse di questo mondo. Ha compiuto la strage degli innocenti per eliminare Gesù per paura che lo toglie il suo regno. Anche alcuni dei seguaci di Gesù avevano ancora il concetto popolare del loro tempo, un esempio tipo si vede nella richiesta del madre dei figli di Zebedeo che chiede Gesù: fa che i miei figli siedono uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nel tuo regno. Il pensiero comune nell'epoca della dominazione/occupazione straniera era che il re che viene sarà un combattente potente, che scende dalle nubi per liberare gli Ebrei dall' oppressione, dalla schiavitù, dall' esilio babilonese e dalla dominazione romana.
Ecco tanti immagini del Re sbagliati che rimane ancora fino ad oggi. Tanti si domandano: si Dio è forte e potente perchè c'è il male? Perchè non elimina la fame, la guerra, gli ingiustizia ecc. Se è vero che regna Gesù è debole, dicono. Alla domanda di Pilota “Sei tu il re dei Giudei?” ,Gesù rispose: “io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. E interessante sentire Gesù dire “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. Il Suo regno è il regno di giustizia, di verità, di amore e di pace. Gesù ci evidenzia di che tipo è la Sua regalità nella Sua reazione dopo la richiesta della madre dei figli di Zebedeo, “voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.(Mt 20,25-28)
Jesus Nazarenus Rex Judeorum (Gesù Nazareno Re dei Giudei) vuole regnare nel cuore puro e aperto a Lui. Vuole regnare nella Chiesa, nella famiglia, nella società. Regna gia dove c'è l'amore, la verità, la giustizia e la pace. Chi regna nel tuo cuore, nella tua famiglia, nel tuo lavoro? Comincia a regnare nel momento in cui Lo diamo il primo posto nella nostra vita. Regna nel cuore pentito. Un predicatore diceva che la crisi economica, morale, sociale e religiosa d'oggi è dovuta al fatto che l'umanità non ha lasciato Gesù regnare nelle sfere economica, morale, sociale e religiosa della vita umana. “Il regno di Cristo è regno di verità, di grazia, di giustizia, di misericordia. È regno, nel quale ci si inserisce con adesione libera e personale, e noi dobbiamo lasciare che Cristo regni sempre nella nostra vita; dobbiamo aprire a lui con gioia la porta del nostro spirito, farlo entrare nella nostra vita, accogliendo la sua parola e rispondendo ad essa con la fedeltà quotidiana ai nostri impegni, con una impostazione di vita, che poggi su scelte operative coerenti con la fede”.(OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II Palermo, 21 novembre 1982)
Tutta la bibbia è piena della fede nel regno di pace che viene. Il profeta Daniele ha visto nelle visioni notturne, uno simile a un figlio d’uomo venire con le nubi del cielo. Gli furono dati potere, gloria e regno i popoli, nazioni e lingue lo servivano e il suo regno non sarà mai distrutto. ( prima lettura) Gesù stesso ci insegna a pregare al Padre celeste “venga il tuo regno”. Nel credo noi professiamo che Gesù “ è salito al Cielo e siede alle destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine”.Dobbiamo alimentare quotidianamente questa beata speranza professato nel credo lo vedremo come Egli è. Egli è Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.(Ap 1,5-8)

domenica 18 novembre 2012

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti

+ Dal Vangelo secondo Marco  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Parola del Signore


Riflessione
  
Siamo quasi alla fine dell'anno liturgico che si terminerà con la solennità di Cristo Re dell' universo. E giustamente la liturgia della parola odierna è escatologica cioè parla degli ultimi destini dell'uomo, del mondo e della seconda venuta di Gesù alla fine del tempo per concludere la storia. Quindi siamo invitati a pensare e a professare la ferma speranza e la certezza che abbiamo in Cristo nella vita dopo la vita nella resurrezione dei giusti.
Con un linguaggio simbolico il profeta Daniele ci ricorda della certezza che la fede cristiana ci ispira nella resurrezione e ci avvisa che il tempo che conduce alla seconda venuta del Salvatore Gesù Cristo sarà un tempo di angoscia che il mondo non ha mai visto. E dice il profeta che sarà un tempo di salvezza. Gesù ci domanda "quando verrà il Figlio dell'uomo troverà la fede sulla terra?" Questa domanda è importante perché è la fede in Cristo che ci salva, per fede siamo giustificati. Questa fede che salva non è 'fai da te, non è la fede a modo mio o a modo tuo o al modo dell' opinione pubblica e del mondo ma la fede che professa la chiesa di Dio.
Gesù ci nel vangelo di oggi ci dà la visione della fine del mondo: qualcuno mi dice che è terrificante questa descrizione vera ed escatologica. "Sarà un tempo di angoscia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni... il sole si oscurerà, la luna non darà più luce, le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte". Gesù ci preannuncia la fine del mondo non per cattiveria, non per spaventarci, ma perchè non ci impegniamo a sprecare più tempo nelle cose inutili e per aiutarci a preparare bene la Sua seconda venuta nella storia.
Il Santo Padre dice che "queste parole potrebbero creare nel cuore tanta tristezza a causa della catastrofe che toccherà l'intero cosmo. Accostiamoci, però, a questa realtà con un profondo senso biblico. Gesù ci dice che "il cielo e la terra passeranno", cioè "tutto il creato è segnato dalla finitudine; non c'è nessuna confusione tra il creato e il Creatore, ma una differenza netta...(Benedetto XVI, angelus 15/11/2009).
Nessuno lo sa il giorno e l'ora che apparirà il Figlio dell' Uomo!!! Non seguiteli quando vi diranno" eccolo qui o eccola qua" dice Gesù nel vangelo di Matteo. Da ribadire è il fatto che la vita e fede cristiana richiede la perseveranza. "con la vostra perseveranza salverete la vostra vita". La perseveranza e l'attesa amorosa e fiduciosa devono dunque caratterizzare la nostra vita e fede cristiana, perchè per quanto riguarda il giorno o l'ora della seconda venuta, nessuno lo sa , "nè gli angeli nel cielo nè il Figlio, eccetto il Padre" . Allora attenzione alle sette che con profezia falsa o con il calcolo matematico fissano il giorno del Figlio di Dio. Questi sono falsi profeti di cui parla S. Giovanni nella sua prima lettera.
"Noi, infatti, seconda la Sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali  abita la giustizia".( 2 Pt 3,13) Non dobbiamo rattristarci ma rallegriamoci per le promesse di Gesù,'nella casa del Padre Mio vi sono molti posti, io vado a prepararvi
un posto, ritornerò a prendervi perchè dove sono io, là ci sarete anche voi'.
E la Regina della Pace in attesa del Signore ci dice"pregate e preparate i vostri cuori per la venuta del Re della Pace"." Cari figli! Oggi v' invito di nuovo alla preghiera affinché vi prepariate alla venuta di Gesù, con la preghiera, il digiuno ed i piccoli sacrifici..."


domenica 11 novembre 2012

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mc 12,38-44        

Questa vedova nella sua povertà, ha dato tutto quello che aveva

+ Dal Vangelo secondo Marco  Santi di oggi

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore.


Riflessione

Questa domenica la liturgia della parola ci presenta per la nostra meditazione lo stato di vedovanza sia nella prima lettura sia nel vangelo. Lo stato di vedovanza è nella mentalità biblica uno stato privilegiato negli occhi di Dio. Le vedove hanno avuto un bel rapporto con Dio e spesso nella bibbia. Hanno spesso fede ricca e tanto amore per Dio e per il prossimo. “Il Signore protegge … l'orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi”(Sal 146,9). “Nella Bibbia si parla spesso della vedova e delle premure di Dio nei suoi confronti. L’Antico Testamento ci fa conoscere figure concrete di vedove, la cui stessa vita manifesta alcuni valori e problemi della vedovanza. E’ il caso di Tamar, vedova di Onan, che ritorna alla casa del padre (Gen. 38), della vedova di Tekòa (2 Sam. 14); di Noemi, moglie di Elimelec e suocera di Rut, la moabita (Rut, 1, 1 ss.); della stessa Rut che invitata dalla suocera a, risposarsi per obbedienza sposa Booz e diviene antenata di Davide da cui nascerà il Messia (Rut 3,1ss.). La vedova di Zarepta che, in occasione della grande siccità (1 Re 17,10-16), incontra il profeta Elia e mostra grandi, doti in quella generosità e fiducia della vedova, generosità e fiducia che saranno in seguito premiate con il miracolo della risurrezione del figlio morto (1Re 17,17-24). La vedova Giuditta (Giud. 8,2-8) vissuta in castità può essere messa a confronto con la figura di Anna la profetessa, che compare agli inizi della vita di Gesù (Lc 2,36-38) Anna viene elogiata come vedova santa, perché rimasta vedova molto giovane dell’unico marito, tenne fede al proposito di continenza vedovile perseverando nella preghiera giorno e notte servendo Dio nel tempio. Ella ricevette la grazia di riconoscere il Messia, grazia che diventa per lei una missione: quella di annunciarlo a coloro che lo attendono. Come nel caso di Giuditta il servizio a Dio si fa servizio ai fratelli.”
Il brano evangelico di questa domenica porta verso la fine l'attività pubblica di Gesù ed è il suo ultimo insegnamento in pubblico prima della sua Santa passione e morte in croce. Gesù si trova nel tempio insieme ai suoi seguaci e si mette a osservare il secreto dei cuori dei fedeli che offrivano le loro offerte. “Infatti, l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore”(1 sam 16;7) ecco perché prende con i rappresentanti ufficiali della legge, gli scribi, per la loro superbia, avidità e la voglia di apparire. E Gesù li condanna chiamandoli ipocriti!!! La loro religiosità e l'offerta sono soltanto una manifestazione esteriore, una apparire. Dalla critica degli scribi, Gesù passa a lodare la generosità segreta e la fede della vedova che ha dato soli 2 spiccioli. Perché ha lodato la vedova? Nel tempo di Gesù, le offerte erano destinate per il sostenimento dei sacerdoti, l'aiuto ai poveri e per mantenimento del tempio. Questa povera vedova sapeva l'importanza dell'offerta, e dona con un grande sacrificio, tanto amore e una fede viva e solida come una roccia. Oggi è di moda dire che la chiesa è ricca e di conseguenza si dona niente o poco alla chiesa. Quelli che spesso parlano della ricchezza della chiesa sono le persone che non danno quasi mai niente alla chiesa, perché sono all'ignoranza dell' attività caritativa della chiesa, dei suoi tanti bisogni e non sanno che ogni credente è chiamato sostenere la chiesa . Da vice parroco e il responsabile del banco alimentare vi invito a imitare l'esempio della vedova del vangelo di oggi e “tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.” (2 Cor 9.6-7)
Gesù giudica l'obolo della vedova perché Dio ama chi dona con gioia, essa ha dato tutto ciò che aveva che vuol dire che ha dato tutto se stesso come offerta a Dio. Tutti infatti, hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere. E “Gesù chiama i discepoli per mostrare loro un fatto che agli occhi degli uomini è di poco rilevanza. Una Vedova che getta pochi spiccioli nel tesoro del tempio non fa notizia, né per la cronaca né per l'economia, ma per il Signore che scruta i cuori, fanno più rumore gli spiccioli della vedova che le monete dei nobili... il fatto che Gesù richiama l'attenzione dei discepoli sul valore di quel gesto, ci dice che è un insegnamento importante di cui essi dovranno fare tesoro ... Anche i discepoli sono chiamati a dare tutto di sé e come la vedova di Sidone, che condivise il poco che aveva con il profeta, non vide diminuire la farina nella giara e l'olio nell'orcio, cosi anche chi avrà dato tutto al Signore, non perderà se stesso ma si ritroverà, sperimentando quello che Gesù risponde a Pietro ... “cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.”(Mc 10,30)